Antigua forse è il luogo che mi è rimasto più nel cuore. Lo dico di tanti posti, quindi non so se vale. Ci ho vissuto quasi un mese e forse ci sarei rimasta a vivere. Prima di procedere con il mio racconto di viaggio, volevo invitarti a iscriverti alla mia newsletter se non lo hai già fatto. Ogni mercoledì riceverai un racconto di viaggio, via email.
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Antigua. Il nome vuol dire “antica”.
Questa cittadina tutta colorata, con le casette basse, le chiese, le piazzette, le bancarelle che vendono mango e tacos a tutti gli angoli.
Anche il cibo, tutto colorato.
Anche i vestiti, tutti colorati.
Io in tre settimane ho creato la mia routine.
Yoga
Sveglia alle 6 di mattina per praticare yoga.
Non l’ho mai detto, ma io mi ci ritrovo molto nell’Ashtanga.
E ad Antigua c’è proprio una scuola di Ashtanga, una pratica piuttosto dinamica. Si chiama Shakti Shala.
Mango
A lezione terminata, c’è l’uomo del mango, sempre allo stesso angolo, alla stessa bancarella.
È contento di vedermi ogni giorno.
Mi chiede come sto. Parliamo del tempo, ripetendo ogni giorno che fa caldo ed è umido.
Il señor mi prepara il mango con sale, lime e peperoncino.
Ne sceglie uno "medio maduro" né troppo sfatto, né troppo acerbo.
Ci aggiunge della polvere di zucca macinata. Si chiama Pepita.
Gli do il corrispettivo di 1 euro e lo saluto: "Hasta luego".
Salsa
Poi c’è lo studio di salsa, tre lezioni a settimana con l’insegnante privato.
Victor Hugo. Lui prima era una specie di rockettaro, amante delle arti marziali, poi ha iniziato a ballare.
E tutto è diventato più delicato.
Mi racconta che il ballo gli ha salvato la vita.
Alcuni di noi trovano quel qualcosa, che ti salva.
Altri no.
Mercato
Poi c’è il mercato, che è abbastanza da brividi: tutto buio, al coperto, mille cunicoli, cani randagi, davanti ai banchi della carne. Io ormai mi sono abituata a tutto e poco mi impressiona ormai.
Solo la dolcezza e la saggezza di alcuni personaggi popolari, che incontro nella cammino di questo lungo viaggio.
Ogni volta che vado al mercato, non so nemmeno come ritrovo sempre la mia bancarella preferita, in tutto quel casino.
Vengo servita dalla madre e dalle bambine.
Qui vedere bambini al lavoro è normale.
La bancarella di Rosa è molto ordinata, pulita e mi consiglia le ricette. Il coriandolo lo devo mettere dappertutto, così come la cipolla.
E poi mi vende il riso, i pomodori, l’avocado, i peperoncini, che poco piccante per lei, significa molto, per me.
E ogni sera mi preparo una specie di pokè con le verdure fresche, il riso, il mango e l’avocado.
Antigua, con quel vulcano da oltre sei mila metri che a volte si vede e a volte sembra sia stato cancellato dal disegno della città.
Antigua, la città tutta colorata.
Dove anche i vestiti, sono colorati.
E sorprendentemente, li indossano tutti.
Non è passata di moda, la tradizione.
E poi scoprirò che non è necessariamente una bella cosa.
E che le donne fino a poco tempo fa, non potevano lavorare.
E allora tutti i colori di Antigua sembrano voler nascondere tutta questa tristezza, povertà e ingiustizia.
Tutte cose che scoprirò, vivendoci tre settimane.
Antigua is perhaps the place that has stayed with me the most in my heart. I say this about many places, so I'm not sure if it holds true. I lived there for almost a month, and maybe I would have stayed to live there. Before continuing with my travel story, I wanted to invite you to subscribe to my newsletter if you haven't already. Every Wednesday, you'll receive a travel story via email.
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🇬🇧 Antigua. The name means "ancient."
This colourful little town, with its low houses, churches, squares, and stalls selling mangoes and tacos on every corner.
Even the food, all colourful.
Even the clothes, all colourful.
In three weeks, I've established my routine.
Yoga
I wake up at 6 in the morning for yoga practice.
I've never said it, but I really connect with Ashtanga.
And in Antigua, there's an Ashtanga school, a rather dynamic practice. It’s called Shakti Shala.
Mango
After class, there's the mango man, always at the same corner, at the same stall.
He's happy to see me every day.
He asks how I'm doing. We talk about the weather, repeating every day that it's hot and humid.
The señor prepares my mango with salt, lime, and chili.
He chooses one that's "medium ripe," neither too mushy nor too unripe.
He adds some ground pumpkin seed powder. It's called Pepita.
I give him the equivalent of 1 euro and bid him farewell: "Hasta luego."
Salsa
Then there's the salsa studio, three lessons a week with a private instructor.
Victor Hugo. He used to be something like a rocker who loved martial arts, then he started dancing.
And everything became more delicate.
He tells me that dance saved his life.
Some of us find something that saves you.
Others don't.
Market
Then there's the market, which is quite overwhelming: all dark, indoors, a thousand corridors, stray dogs in front of the meat stalls. I've gotten used to everything by now, and little impresses me anymore.
Only the sweetness and wisdom of some popular characters I meet on this long journey.
Every time I go to the market, I don't even know how I manage to find my favorite stall amidst all that chaos.
I'm served by the mother and the little girls.
Here, seeing children working is normal.
Rosa's stall is very neat, clean, and she advises me on recipes. I need to use cilantro everywhere, just like onions.
And then she sells me rice, tomatoes, avocado, and peppers, which are not very spicy for her, but mean a lot to me.
And every evening, I prepare a sort of poke with fresh vegetables, rice, mango, and avocado.
Antigua, with that over six-thousand-meter volcano that you sometimes see and other times seems to have been erased from the city's design.
Antigua, the colourful city.
Where even the clothes are colourful.
And surprisingly, everyone wears them.
Tradition hasn't gone out of style.
And then I'll discover that it's not necessarily a good thing.
And that women until recently couldn't work.
And so all the colours of Antigua seem to want to hide all this sadness, poverty, and injustice.
All things I'll discover by living here for three weeks.