Nuova newsletter, nuova mini-serie.
Qualche tempo fa, con pochi soldi e tanta paura, ho comprato un biglietto di sola andata per il Sud America. E nelle prossime puntate, racconterò com’è andata. Stato per stato. Il mio viaggio è durato oltre 9 mesi. Che poi è stato più un viaggio interiore, che esteriore.
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L’Argentina è forse il paese che mi porto più nel cuore. Perché il mio viaggio è iniziato proprio a Buenos Aires. Per concludersi molti mesi dopo a Bogotà. Se mi guardo indietro, mi sembra che a quell’aeroporto del Sud America, ci sia atterrata una bambina. Tanti anni fa. Un po’ più ingenua, totalmente ignara di cosa sarebbe successo dopo. E si stupiva per ogni cosa. E pensare che alla fine del viaggio, all’ennesimo tramonto, mi sono detta: “Ancora un tramonto meraviglioso? No, vi prego, non ce la posso fare”.
Mi ricordo che avevo tanta paura di partire.
Mi ricordo che questo viaggio l’ho rimandato per 42 anni. Cioè per tutta la mia vita. Ho sempre sognato di prendere un biglietto di solo andata, ma non ho mai avuto il coraggio. Ho sempre pensato, che fossero gli altri a salire sugli aerei, senza sapere quando sarebbero tornati a casa. Che poi io ho viaggiato tantissimo, nella mia vita, ma mai in maniera così libera. Che poi manco tanto libera, visto che mi sono portata dietro il lavoro.
Mi ricordo che avevo una paura fottuta. Pensavo che il Sud America fosse un posto pericolosissimo, dove mi avrebbero derubato. Poi pensavo che non sarei potuta uscire la sera da sola. Poi lo immaginavo tipo come tutto un unico continente, senza stati e confini.
Ma chissà perché avevo creato questo mito di un luogo pericoloso e inesplorabile da sola. Cioè ci sarei andata, almeno con qualcun altro. Magari un fidanzato figo, simpatico, intelligente che ama viaggiare più di me, così mi difende lui dai pericoli del Sud America. Senza sapere che i fidanzati fighi, li avrei trovati direttamente lì. Ma anche questa è un’altra storia.
Il mito nasce soprattutto da frasi ascoltate. “È pericoloso”, “Da sola”, “Ma tu sei matta?”, “Io non ci andrei”. Tra l’altro la maggior parte delle volte, detto da persone che non ci sono state. E io le ho ascoltate queste persone. Per anni.
C’è sempre una giuria, che poi è la giuria della tua vita, pronta a giudicare e scoraggiare se vuoi fare qualcosa di unico, di diverso. E forse anche io ho giudicato e scoraggiato. A mia volta.
Invece com’è andata? È andata che ho visto i pinguini, che ho fatto il mio primo trekking da sola, che ho conosciuto la mia amica tedesca e la mia amica argentina, che mi sono innamorata due volte, che ho masticato le foglie di coca, che ho visto uno spettacolo di tango, che ho camminato sul ghiacciaio, che sono salita fino a 4.000 metri, che ho visitato il cimitero di Recoleta, che sono stata nella città più a sud del mondo, che ho baciato un francese, che ho confidato i miei pensieri più intimi agli sconosciuti, che ho riso di brutto con viaggiatori appena conosciuti, che ho attraversato la Patagonia in autobus per 25 ore, che ho visto i lama, che ho camminato per ore e ore, che ho pianto, che ho scoperto che la gente vive delle vite incredibili. E che quindi altri modi di vivere sono possibili.
Lo sai che quando lasci un commento, io sono felicissima? Mi sembra come se un mio amico/a dicesse la sua sulle mie avventure.
Ti lascio una canzone che poi era quella che ascoltavo per ore e ore guardando fuori dal finestrino dell’autobus. Come se fosse la colonna sonora della Patagonia. E ti scrivo mercoledì prossimo per parlarti del Cile. Che poi mi sono appena resa conto di non aver parlato quasi per niente dell’Argentina, ma sono qui per scrivere cosa ho provato, non cosa ho visto.
P.S. A proposito di altri modi possibili di vivere, sto leggendo con grande interesse la newsletter di , mi sembra che la pensiamo allo stesso modo. Ti consiglio di iscriverti!
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🇦🇺 New newsletter, new mini-series.
Some time ago, with little money and a lot of fear, I bought a one-way ticket to South America. In the upcoming episodes, I'll tell you how it went. State by state. My journey lasted over 9 months. Which turned out to be more of an inner journey than an external one.
Before we proceed with the first episode, are you subscribed to my newsletter? Every Wednesday, you receive a travel story via email.
Argentina is perhaps the country that holds the most special place in my heart. Because my journey began in Buenos Aires. And it concluded many months later in Bogotá. When I look back, it feels like a little girl landed at that South American airport. Many years ago. A bit more naive, completely unaware of what would happen next. And she marveled at everything. To think that at the end of the journey, at yet another breathtaking sunset, I said to myself, 'Another wonderful sunset? Please, I can't take it anymore.'
I remember being so afraid to leave.
I remember that I had postponed this journey for 42 years. In other words, my entire life. I had always dreamed of buying a one-way ticket but never had the courage. I always thought it was others who got on planes without knowing when they would return home. Despite having traveled extensively in my life, it was never this free. Well, not that free, considering I brought work along.
I remember being terrified. I thought South America was an extremely dangerous place where I would be robbed. Then I thought I couldn't go out alone at night. I imagined it as if it were a single continent without states and borders.
But I don't know why I had created this myth of a dangerous and uncharted place to explore alone. I mean, I would have gone, at least with someone else. Perhaps a cool, friendly, intelligent boyfriend who loves to travel even more than me, so he could protect me from the dangers of South America. Without realizing that I would find cool boyfriends right there. But that's another story.
The myth mostly stems from phrases I've heard: 'It's dangerous,' 'Going alone,' 'Are you crazy?,' 'I wouldn't go.' Moreover, most of the time, these phrases came from people who had never been there. And I listened to these people. For years.
There's always a jury, which is the jury of your life, ready to judge and discourage you if you want to do something unique, something different. And perhaps I have judged and discouraged too. In turn.
So how did it go? It went like this: I saw penguins, went on my first solo trek, met my German friend and my Argentine friend, fell in love twice, chewed coca leaves, watched a tango show, walked on a glacier, climbed up to 4,000 meters, visited the Recoleta Cemetery, went to the southernmost city in the world, kissed a French guy, confided my innermost thoughts to strangers, laughed heartily with newly met travelers, crossed Patagonia by bus for 25 hours, saw llamas, walked for hours and hours, cried, discovered that people live incredible lives. And that means other ways of living are possible.
Do you know that when you leave a comment, I'm absolutely thrilled? It feels as if a friend of mine is sharing their thoughts on my adventures.
I leave you with a song, which was the one I listened to for hours and hours while looking out of the bus window. As if it were the soundtrack of Patagonia. And..." I'll write to you next Wednesday to talk about Chile. I just realized I hardly talked about Argentina, but I'm here to write about what I felt, not what I saw.
If you want, you can do a lot of beautiful things. And not just here, but also in life.
You can:
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Ilaria, il tuo blog è uno spettacolo! Continua a scrivere, mi raccomando
Loved this, your writing is great. Keep it coming I look forward to reading them. X