E poi un giorno in Giappone ti ritrovi a scalare una montagna, per raggiungere un tempio buddista. Insieme a te la pioggia, tanto sudore, il gatorade giapponese (ndr. Pocari Suet) e un nuovo compagno di viaggio, che condivide con te un pezzo di strada e un pezzo di sé. Anche lui sta facendo il suo viaggio. Ma il Giappone non c'entra un cazzo.
L'applicazione salute dice: 11.2 chilometri, 16.777 passi, 39 piani e l'applicazione meteo dice: 34 gradi e 88% di umidità. Più salgo e più parlo al mio nuovo compagno di viaggio che pensa di essere un tuonato, ma non sa che la sua normalità è così rassicurante. E gli dico che qualcuno non ha risposto al mio messaggio su WhatsApp.
La chat è sbagliata
"La chat è sbagliata", dice, come se avesse capito il senso della vita. E secondo me, lui, lo ha un po' capito il senso, perché scatta foto di cose che io non vedo. Troppo presa da quel messaggio senza risposta. Dopo due ore di risate e scalini arriviamo. Facciamo schifo. Non so se è il caldo che mi dà alla testa o la felicità. Di essere viva, di essere drogata di luoghi, persone ed emozioni.
E cosa succede dopo l'ascesa? Sulla cima ci aspetta un americano dell'Arizona, che gronda di sudore, come se fosse appena uscito da una lezione di Bikram. Sta messo peggio di me, di noi, di se stesso. Ci sente parlare in italiano e ci racconta di una ragazza italiana. Una notte d'amore. Ma anche lei non ha risposto al messaggio. Su WhatsApp.
Ha visualizzato e non ha risposto
E allora capisco che il senso della vita è questo: un susseguirsi di messaggi non risposti. E dovevo arrivare in cima a un tempio buddista di Kyoto per capire che abbiamo tutti gli stessi cazzi, non importa se sei un coglione dell'Arizona o una ragazza drogata di luoghi, persone ed emozioni, o un compagno di viaggio che sa ancora stupirsi, che sa ridere e far ridere. Abbiamo tutti gli stessi problemi: "ha visualizzato, ma non ha risposto". Allora diamole noi queste risposte, viviamo il presente e non le aspettative, giochiamoci tutto, chiamiamo noi e beh se non risponde lui, risponderà un altro. Alla fine la vita è quella cosa che ti succede mentre sei impegnato a visitare un tempio...
Se ti piacciono i miei racconti di viaggio e vuoi valorizzare il mio lavoro di scrittura, puoi offrirmi un aperitivo…
Questo è il primo racconto di viaggio. L’ho pubblicato sulla mia pagina Facebook, ad agosto 2017. Ben 10.000 “mi piace” dopo, ho deciso di ordinare i miei racconti, qui su Substack.
Ad agosto 2017, con tanta paura e altrettante scuse per non farlo, ho preso un biglietto per Tokyo: una vacanza di due settimane, io e il mio zainetto. Ho ritrovato anche un taccuino (rigorosamente una Moleskine nera) e questo è quello che avevo scritto, dopo un paio di giorni da sola. Mi ricordo che l’ho scritto mentre bevevo un bicchiere di vino in un’enoteca di Ginza, un elegante quartiere di Tokyo.
Quante scuse ci inventiamo per non partire e quanto ci sentiamo sicuri dietro queste giustificazioni legate al tempo e al denaro. Un giorno un vecchio saggio mi disse: "We are all gonna die, let's travel the world".
E quanto si sta bene da soli? Ogni attimo è una scoperta, quante decisioni da prendere, quanti percorsi da organizzare e quante storie da ascoltare. E poi ci sono i miei tarocchi. Cosa mi è uscito sfidando la sorte in un tempio buddista a Tokyo? Sfiga pazzesca! Qualsiasi cosa farò andrà male. Ma forse va bene così, perché posso continuare a sbagliare...
Questa settimana, ti consiglio una newsletter di marketing. La scrive e si chiama con un sacco di consigli e spunti utili.
Ti scrivo mercoledì prossimo, a presto
Ilaria
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🇦🇺 And one day in Japan, you find yourself climbing a mountain to reach a Buddhist temple. Alongside you, there's rain, a lot of sweat, Japanese Gatorade (note: Pocari Sweat), and a new travel companion who shares a piece of the journey and a piece of himself with you. He, too, is on his own journey. But Japan has nothing to do with it.
The health app says: 11.2 kilometers, 16,777 steps, 39 floors. The weather app says: 34 degrees and 88% humidity. The higher I climb, the more I talk to my new travel companion who thinks who thinks he's a bit eccentric, but doesn't realize that his normality is so reassuring. And I tell him that someone hasn't replied to my message on WhatsApp.
The chat is wrong
"The chat is wrong," he says, as if he understood the meaning of life. And in my opinion, he's got a bit of it figured out, because he takes pictures of things I don't see. Too caught up in that unanswered message. After two hours of laughter and steps, we arrive. We look terrible. I don't know if it's the heat getting to my head or the happiness. Happy to be alive, intoxicated by places, people, and emotions.
And what happens after the ascent? At the top, an American from Arizona awaits us, sweating as if he just came out of a Bikram class. He's worse off than me, than us, than himself. He hears us speaking Italian and tells us about an Italian girl. A night of love. But she, too, hasn't replied to the message. On WhatsApp.
Seen, not replied
And then I understand that the meaning of life is this: a series of unanswered messages. And I had to reach the top of a Buddhist temple in Kyoto to understand that we all have the same problems, whether you're a fool from Arizona, a girl intoxicated by places, people, and emotions, or a travel companion who can still be amazed, who can laugh and make others laugh. We all have the same issues: "seen, but not replied." So let's give ourselves these answers, live in the present, not in expectations, let's go all-in, let's call ourselves, and well, if he doesn't answer, someone else will. In the end, life is what happens while you're busy visiting a temple...
If you enjoy my travel stories and want to support my writing work, you can buy me a drink...
This is the first travel story. I published it on my Facebook page in August 2017. Ten thousand "likes" later, I decided to organize my stories here on Substack.
In August 2017, with a lot of fear and just as many excuses not to, I bought a ticket to Tokyo: a two-week vacation, just me and my backpack. I also found a notebook (strictly a black Moleskine), and this is what I had written after a couple of days alone. I remember writing it while sipping a glass of wine in a wine bar in Ginza, an elegant neighborhood in Tokyo.
How many excuses do we come up with not to go, and how safe do we feel behind these justifications related to time and money? One day, an old sage told me, "We are all gonna die, let's travel the world."
And how good is it to be alone? Every moment is a discovery, so many decisions to make, so many paths to organize, and so many stories to listen to. And then there are my tarot cards. What did I get by tempting fate in a Buddhist temple in Tokyo? Crazy bad luck! Whatever I do will go wrong. But maybe that's okay because I can keep making mistakes...
I’ll write you next Wednesday. In the meanwhile, you can do a lot of beautiful things. And not just here, but also in life.
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"visualizzato e non risposto" quante volte mi è successo e ammetto di averlo fatto anch'io, soprattutto quando non sono riuscita a prendermi le mie responsabilità. Meravigliosa come sempre