Adoro quel senso di incertezza, non sapere dove dormirò stanotte. Che poi è libertà. Non sapere chi incontrerò, non sapere con chi morirò dal ridere, con chi mi innervosirò e chi guarderò con ammirazione. Sì a volte mi innervosisco in viaggio. Parlo spesso delle volte che incontro viaggiatori fantastici, ma a volte mi è capitato di incontrare viaggiatori arroganti, che sanno tutto, che non smettono mai di parlare e magari a volte quella che parla troppo sono io. Un’altra tipologia di viaggiatore che non sopporto è quello troppo hippy, quello che sembra uscito da un libro di Gianluca Gotto e quello che non fa altro che dirti che devi vivere il presente e che il viaggio gli ha cambiato la vita. Anche a me, ma non per questo faccio la patetica e lo dico ad ogni persona che incontro lungo il mio cammino, che devo ammettere, d mi ha cambiato la vita e mi ha insegnato a vivere il presente. Ma veniamo alle cose che adoro in viaggio.
Ciao sono Ilaria! Ogni tanto, di mercoledì, ti scrivo una newsletter. Sono in Australia e sto vivendo l’ebrezza di una vita stanziale e devo dire che qui a Melbourne sento che le giornate sono una diversa dall’altra, so dove dormirò stasera, ma non so chi incontrerò, con chi parlerò, cosa mi accadrà. Vivere in una città così viva, multi-culturale e dove puoi sognare e puoi anche realizzarli sti sogni, ti fa sentire in viaggio.
Se ti piacciono i miei racconti puoi abbonarti (riceverai in omaggio una consulenza con me) oppure puoi offrimi un aperitivo. Per me significa tantissimo, perché sto realizzando un progetto “Ilaria”, che non so nemmeno io cos’è ma forse è un mix di newsletter, blog, Mini-Guide, viaggi e riflessioni. Grazie al tuo aperitivo, potrò sentirmi supportata!
1) Incontrare gli stessi viaggiatori qualche confine più in là
Questa è una costante del viaggio che mi sorprende sempre. Mi è successo in Cile, in Argentina e in Myanmair. È totalmente inaspettato e dà un senso di familiarità al tuo viaggio, gli stessi giri, gli stessi autobus, gli stessi ostelli.
Con alcuni viaggiatori ci siamo proprio dati appuntamento, “allora ci vediamo tra tre giorni a Yangon”, oppure “potremmo vederci a Mendoza, magari andiamo in una cantina a provare qualche vino insieme”. E pensare che ho pronunciato queste frasi invece di dire: “Ci vediamo da Ugo sui Navigli” rafforza la mia scelta di rinunciare alla routine, in nome dell’avventura.
2) Vedere tramonti sempre più rossi e albe sempre più rosa
Prima di viaggiare da sola e prima di viaggiare in Sud e Centro America, mi svegliamo presto in occasione sporadiche. Sono di quelle che non ha mai preso un volo all’alba per risparmiare 7 euro. Fino a qualche anno fa, facevo fatica a svegliarmi prima delle 8 di mattina. Poi ho scoperto le albe, in montagna, al mare, al lago, nella giungla e ho deciso che non potevo perdere momenti così belli.
Così il viaggio, mi ha insegnato a svegliarmi presto e andare a dormire presto e a vivere attimi come l’alba e il tramonto come momenti di contemplazione e gratitudine. Un altro giorno di viaggio inizia, un altro giorno di viaggio finisce. E magari penso: anche oggi ho vissuto grandi emozioni, ho fatto una riflessione importante, un’amicizia nuova, ho provato la maracuya, ho scalato una montagna e ho visto un tipo figo. Che scema che non ci ho parlato. Ecco queste sono tutte cose che penso al tramonto. All’alba è troppo presto per pensare.
3) Imparare dai locali
Ho sempre pensato che i local fossero queste persone meravigliose, che un po’ hanno capito tutto della vita. Questo perché ho viaggiato tanto in Asia e in America Latina. E mentre io mi affannavo a scegliere una destinazione, a capire come arrivarci e cosa visitare, loro mi dicevano di stare tranquilla, mi offrivano un mate, un caffè o un biscotto, mi aiutavano a capire dove andare.
E non importa se perdo questo autobus, ne passerà un altro e magari la rovina Maya la posso vedere ad orario migliore, senza gente o possono accompagnarmi loro. Insomma i local mi hanno sempre aiutato e mi hanno trasmesso quel senso di fiducia nel prossimo e in generale di calma. Mentre io a confronto sembravo una viaggiatrice isterica, i local mi hanno fatto capire che il mondo non è poi così pericoloso come me lo immaginavo prima di partire.
4) Decidere di restare un po’ più a lungo in un posto
Questa è forse la mia preferita. Quella sensazione che provo quando mi piace un posto. Mi creo una routine, magari trovo uno studio di yoga, una caffetteria da frequentare, magari l’ostello è bello. E mi ritrovo ogni mattina ad andare in reception, chiacchierare un po’ e chiedere se nel caso ci sia posto per un’altra notte. E così passano i giorni, le settimane, a Cusco, a Oaxaca, a Puerto Escondido, a Buenos Aires. Conosco nuovi amici che come me, si fermano per un periodo lungo e comincio a sognare come sarebbe vivere lì. Magari mi compro anche una camicetta e mi trucco per uscire dall’immagine di scappata di casa con 20 ore di autobus alle spalle.
Sogno di tornarci in questi posti magici, che sono esteticamente belli certo, ma che forse in quel momento mi hanno trasmesso qualcosa.
5) Scoprire la mia forza mentale e fisica
Mi sorprendo ancora quando penso che ho camminato per 5 giorni da Cusco al Machu Picchu, sfiorando i 5000 metri. E mi sorprendo anche di aver camminato per ore in Patagonia, in Cile, in Perù.
Se me lo avessero raccontato prima di partire, non avrei mai creduto di avere tanta forza fisica. E resistenza. Tanto che ormai è diventata un’abitudine fare sport tutti i giorni. Ogni giorno, da quando sono partita, dedico almeno un’ora della mia giornata alla palestra, yoga, hot pilates. Se ci penso, lo trovo incredibile e spesso penso che anche la mia mente si sia calmata con tutto questo movimento, non solo inteso come sport, ma anche come viaggio. Avevo bisogno di vedere tutto, di stancarmi, di parlare con tutti e di scoprire tutto.
6) Non sapere dove dormire stanotte
Altra sensazione meravigliosa che all’inizio, quando ero ancora una viaggiatrice inesperta mi dava un po’ di ansia. Quando parto prenoto l’ostello per le prime tre notti, così ho tempo per riprendermi dal lungo viaggio e organizzarmi per le prossime tappe. I tre giorni mi danno anche modo di capire se mi piace quel luogo e voglio rimanere di più, vedi il punto 4.
Quindi io ragiono a pacchetti di tre notti prenotate quando mi muovo, perché la prima notte arrivi, la seconda ti serve perché sei stanca e cominci ad esplorare il luogo e la terza per fare le cose con calma e decidere se ripartire o fermarti. Quando ho tanto lavoro da fare oppure so che voglio fermarmi in un luogo per più di tre giorni, prenoto 7 notti.
Anche perché spesso ci sono delle promozioni per i soggiorni più lunghi. Nonostante ciò, tra una prenotazione e l’altra, mi ritrovo spesso su autobus, senza segnale, magari in direzione della prossima meta, senza aver ancora prenotato niente, oppure la mattina a qualche minuto dal check out a pensare: “che faccio, resto?” A volte, invece, mi sono ritrovata a pentirmi di aver prenotato in quell’ostello, che era proprio brutto. Mi è successo anche di chiedere rimborsi, oppure andarmene dopo aver fatto il check in e il pagamento. Insomma ho sbagliato tante volte, ma credo faccia parte del viaggio.
Poi ho capito che poi un posto per dormire si trova sempre, magari rinunciando alla comodità o pagando un po’ di più e quindi spesso mi lascio trascinare dagli eventi, dal viaggio e quello che ho voglia di fare. E non prenoto né 7 giorni, né 3 giorni e sono curiosa di vedere che cosa accadrà.
Io ho scritto 6 cose che adoro in viaggio, allunga pure questa lista nei commenti, aggiungendo il punto successivo.
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Leggi il racconto precedente…
Perché vado al bar da sola
A volte penso che i baristi siano gli uomini della mia vita. Sono bellissimi. Hanno quel fascino da barista. Quell’esperienza e quell’ironia che hanno solo le persone che ne hanno viste tante. Quella leggerezza e capacità di parlare di qualsiasi argomento. Quel sorriso che ti fa desiderare un’altra bollicina, quella disi…
Ad un mercoledì,
Ilaria
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6 things I love about traveling
I love that feeling of uncertainty — not knowing where I’ll sleep tonight. That’s freedom, really.
Not knowing who I’ll meet, who I’ll laugh with until it hurts, who’ll get on my nerves, and who I’ll admire deeply.
Yes, sometimes I get annoyed while traveling. I often talk about meeting amazing travelers, but I’ve also met arrogant ones — people who know everything, never stop talking… and maybe sometimes that person is me.
Another kind of traveler I can't stand? The ultra-hippy kind, like they’ve just stepped out of a Gianluca Gotto book. The ones who keep telling you to live in the present and that traveling changed their life.
It changed mine too — but I don’t go around telling everyone I meet. Okay, maybe I just did.
But let’s get to the good stuff — the things I love about traveling.
Hi, I'm Ilaria!
Every now and then — usually on a Wednesday — I write a newsletter.
I’m in Australia now, enjoying the thrill of a semi-settled life. Here in Melbourne, each day feels different: I know where I’ll sleep tonight, but I don’t know who I’ll meet, what conversations I’ll have, or what might happen.
Living in such a vibrant, multicultural city where dreams feel possible makes me feel like I’m still traveling.
If you enjoy my stories, you can subscribe to my newsletter (and get a free consultation with me), or buy me an aperitivo — it means a lot! I’m building this “Ilaria” project that I still don’t fully understand, but maybe it’s a mix of newsletters, blogs, mini-guides, travels, and reflections.
Thanks to your aperitivo, I feel supported
1) Meeting the same travelers a few borders away
This is a travel magic I’ll never get over. It happened to me in Chile, Argentina, and Myanmar.
It’s completely unexpected — the same routes, the same buses, the same hostels.
Sometimes we’d even plan it:
“Let’s meet in Yangon in three days,” or “Maybe we’ll see each other in Mendoza — let’s try some wine together.”
Saying these things instead of “See you at Ugo’s on the Navigli” reminds me why I chose adventure over routine.
2) Watching sunsets get redder and sunrises get pinker
Before traveling solo — especially in South and Central America — I rarely woke up early.
I’ve never taken a sunrise flight just to save €7.
But then I discovered sunrises — in the mountains, by the sea, at the lake, in the jungle — and realized I couldn’t miss moments that beautiful.
Now I wake up and go to bed early, seeing each sunrise and sunset as moments of quiet gratitude.
A new day of travel begins. A new day ends.
And maybe I think:
“Today I felt something big. I had a new thought. I made a new friend. I tasted maracuya. I climbed a mountain. I saw a hot guy. Damn, I should’ve talked to him.”
That’s what I think at sunset.
At sunrise… it’s way too early to think.
3) Learning from locals
Locals always felt like they had life all figured out — especially in Asia and Latin America.
While I stressed about where to go, how to get there, what to see…
They told me to calm down, offered a mate or coffee, gave advice.
And if I missed the bus? No problem — there’ll be another. Maybe they’ll even take me themselves.
Locals taught me to trust, to slow down, and that the world isn’t as scary as I once thought.
While I rushed like a headless chicken, they showed me a calmer way of moving through life.
4) Deciding to stay a little longer
My favorite.
That moment when you realize you like a place.
You create a mini-routine — maybe find a yoga studio, a cozy café, a nice hostel.
Then every morning you go to reception like:
“Hey, is there a bed for one more night?”
Suddenly, it’s been weeks.
Cusco, Oaxaca, Puerto Escondido, Buenos Aires.
You meet people who also stay longer. You start imagining life there.
Maybe you even buy a shirt, put on a little makeup — trying to look less like someone who just survived a 20-hour bus ride.
These places aren’t just beautiful — they gave you something.
5) Discovering my physical and mental strength
I still can’t believe I hiked 5 days from Cusco to Machu Picchu, almost reaching 5,000 meters.
I’ve walked for hours through Patagonia, Chile, and Peru.
Before I left, I wouldn’t have believed I could do that.
Now it’s a habit: sport every day.
Even on the road, I do yoga, gym, hot pilates.
And all that movement — physical and emotional — has calmed my mind too.
I needed to see it all, feel it all, talk to everyone.
I needed motion.
6) Not knowing where I’ll sleep tonight
This used to stress me out — now it excites me.
When I travel, I book three nights at a time:
Night 1 — arrive and crash.
Night 2 — start exploring.
Night 3 — reflect: stay or move on?
If I have work or really like the place, I book 7 nights (hello, discount deals!).
Still, I often find myself on a bus with no signal and no booking, or it’s 10 a.m. and I’m about to check out wondering, “Should I stay?”
Sometimes I regret a booking — bad hostel vibes.
I’ve even asked for refunds or walked out after check-in.
I’ve made mistakes — but that’s part of the journey.
And I’ve learned this: you’ll always find a place to sleep — maybe not the cheapest, maybe not the cutest — but you’ll find one.
So sometimes I just go with the flow.
No bookings. No plans.
Just curiosity about what comes next.
I shared 6 things I love about traveling — want to add the 7th? Drop it in the comments.
See you on a Wednesday,
Ilaria
If you want, you can do a lot of beautiful things. And not just here, but also in life.
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Al commento su Gianluca Gotto nell'introduzione mi sono ribaltata :D grazie.
Tirare i dati e vedere cosa ti riserva un posto nuovo, e come dici tu immaginare come sarebbe vivere lì, o come sarebbe stata la tua vita se fossi nato lì.