9 marzo 2023 - Oggi ho fatto uno dei viaggi più affascinanti, in autobus. Ho dovuto salutare la mia amata Argentina, per andare in Cile. Le ho dedicato più di due mesi, quindi ci sta cambiare. Ma io, sarei rimasta, eh. L'addio alla Patagonia è stato necessario, sta cambiando la stagione, vento, pioggia, freddo.
Ho preso un autobus da Mendoza, a Santiago del Cile. A parte che io adoro questi viaggi lunghi, sguardo fisso al finestrino, telefono che non prende, musica nelle orecchie. Poi gli autobus sono comodoni, con i sedili reclinabili, ti distendi proprio, li chiamano "cama", che significa letto in spagnolo.
Ancora meglio se si passa un confine. Poi in Cile sono fissati con gli alimenti aperti. Quindi ribaltano l'autobus e controllano tutte le valigie per scovare frutta e panini, lasciati a metà. All'inizio pensavo fossero così fiscali per la droga. Invece, per la frutta secca. Vabbè.
Mi piace aggiungere timbri, vedere paesaggi scorrere veloci e passare confini.
Ciao sono Ilaria! E questa è la mia newsletter! Mentre ti scrivo, mi trovo a Mendoza, la terra dove si producono vini in Argentina. Così, mi sono presa una pausa e ti propongo un racconto, che ho scritto esattamente un anno fa, quando lasciavo l’Argentina alla scoperta del Cile.
Ti ricordo che se ti piacciono i miei racconti di viaggio, puoi sostenere il progetto di scrittura, che richiede non solo soldi, ma anche tempo e anche una certa dose di creatività. Ad ogni aperitivo che mi viene offerto mi sento più carica, mi sembra di essere nella direzione giusta e prendo ogni bicchiere come un incoraggiamento per continuare a scrivere. Se vuoi dare un'occhiata al mio sito, lo trovi qui: www.ilariagianfagna.it
Di oggetti persi e ritrovati
Quindi la prima cosa bella successa oggi, è andare in Cile, attraverso la Cordillera delle Ande. È stato un viaggio bellissimo e non riuscivo a chiudere gli occhi, nonostante la sera prima avessi fatto tardissimo, con quel vino di Mendoza, che va giù che è un piacere. Ma se non bevi abbastanza acqua, con i 36 gradi di Mendoza, meglio farsi il segno della croce prima di andare a dormire. E anche quando ti svegli.
Altra cosa bella successa oggi è che ho perso e ritrovato, lo zaino con il computer. Cioè senza lo zaino non posso fare la digital nomad. Solo la nomad. I fattori scatenanti di questa tragedia sono: caldo, troppo vino la sera prima, impossibilità nel trovare un taxi per la stazione degli autobus.
Quindi finalmente ne trovo uno e per la fretta gli pago la tariffa doppia, tanto vado in Cile e sti pesos, con tutto il rispetto, sono carta straccia. Poi prendo lo zaino grande da backpacker e scendo dal taxi. Corro, ovviamente sudata, a prendere il bus, mi rimproverano perché arrivo un minuto prima della partenza. E prima di salire, vedo un ragazzo che mi sorride carino. Ma tenero e con lo sguardo sollevato. Mi sembra di conoscerlo, penso "sarà uno dell'ostello". Era il tassista che mi aveva rincorso fino all'autobus, con il mio zaino.
Io lo abbraccio. E salgo, stremata e incredula. Avrei dovuto dargli altri soldi, ma gli ho già pagato la corsa il doppio. E quindi non lo faccio.
Ultima cosa bella successa oggi, una gentile signora cilena mi ha offerto biscotti e succo di frutta, perché io in tutto sto casino, non mi ero portata niente da mangiare per il lungo viaggio di dieci ore.
Poi arrivo finalmente a Santiago, dove sarò accolta da violente proteste per strada e sparatorie in aeroporto, ma questa è un'altra storia.
Il biglietto di sola andata
Il piano originario era quello di partire, da sola, zaino in spalla, computer, senza biglietto di ritorno e fare un viaggio epico, dall’Argentina fino alla Colombia. Beh poi alla fine l’ho fatto, ma non è mica stato così semplice preparare lo zaino e salutare tutti con il mio nuovo mantra: “Allora, io vado”.
Dopo tre mesi di viaggio, tra l’Argentina e il Cile, mi sono quasi sentita in colpa e mi sono detta: sto ancora un po’, visito il Deserto di Atacama e me ne vado. Così ho comprato un biglietto Santiago-Milano, non modificabile. Ma sono scema? Ti prego leggilo come lo leggerei io, tipo in stato di shock.
Con un viaggio di tre mesi avevo quasi la sensazione di fare felice me e di non tradire le aspettative degli altri, che avrebbero voluto per me una vita più convenzionale. Sguardi di disapprovazione, frasi del tipo: “non ti trovi un ragazzo perché viaggi tanto”, “quando sarai più stabile?” oppure “perché non provi a stare ferma?”
Ho quasi avuto la sensazione, che pronunciando queste frasi “gli altri”, si sentissero dalla parte del giusto, mentre io ero quella che non ancora non aveva trovato un luogo nel mondo, una sua stabilità, che poi basta quella emotiva, non serve quella fisica. Ma agli altri importava solo dello “stare in luogo”.
Che poi non sta scritto da nessuna parte che stabile è giusto e nomade è sbagliato.
Fatto sta, che per tanti anni, mi sono fatta condizionare da “loro”. Ma poi “loro”, chi? Insomma questa entità astratta tipo la società, la famiglia, gli amici. Ma che poi “loro” pronunciavano qualche frase qua e là e questo era sufficiente a farmi condizionare. Insomma gli ostacoli me li sono creata io. Tutti blocchi mentali, per non partire, per non fare quello che volevo veramente. Per paura e perché non sentivo di meritarmi una cosa così figa come il biglietto di sola andata. Gli altri sì. Erano sempre gli altri a partire, ma io non potevo, troppi impegni, lavoro, tempo, soldi. In una parola scuse.
11 marzo 2023 - Per un momento ho pensato di usarlo quel biglietto Santiago - Milano. Di salire su quell’aereo e di tornare a casa dopo tre mesi. Poi di colpo, decido che non accadrà. Ma così da un momento all’altro penso: “E chi se ne frega se non è modificabile? Io non ci salgo, lo butto”. Ovviamente ho chiamato il call center, prima di buttare 800 euro, che poi si sono rivelati gli 800 euro meglio spesi per tutte le avventure che ho vissuto nei mesi successivi. Biglietto non modificabile. Niente da fare. Ma forse dovevo comprare un biglietto per capire che non sarei salita sull’aereo.
Così dico agli altri, che resto ancora un po’, in questa parte del mondo.
Mi sento libera, mi sento che sto facendo esattamente quello che voglio. E mi sembra che per la prima volta nella vita, il mio progetto non dipenda da un uomo, un’amica, un genitore, da un pregiudizio o un’aspettativa, ma solo da me.
Poi mi piace questa cosa di non avere un piano, di non voler controllare nulla e semplicemente di vivere come dicono qui “un día a la vez”. Anche se qui ormai, siamo a minuto per minuto, altro che día.
Questa settimana ti consiglio la newsletter di
psicologa e punto di riferimento in Italia, per chi vuole viaggiare da sola.Leggi il racconto precedente…
A mercoledì,
Ilaria
Sei in partenza? Ricordati di stipulare un’assicurazione di viaggio. Io ti consiglio Heymondo. Copre le spese sanitarie e ti rimborsa se non puoi viaggiare e se ti rubano o perdi la tecnologia. L’app di Heymondo è comoda e funzionale e l’assistenza funziona 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno. Ti lascio qui sotto lo sconto del 10% e anche io ci guadagno una piccola commissione. È un altro modo per sostenere il tempo che dedico a scrivere racconti e consigli di viaggio.
Se vuoi, puoi fare un sacco di cose belle. E non solo qui, anche nella vita. Puoi:
Lasciare un like
Scrivere un commento
Girare questa newsletter a un tuo amico/a
Cancellarti da questa newsletter (io triste)
I threw away an airplane ticket
March 9, 2023 - Today I made one of the most fascinating trips, by bus. I had to say goodbye to my beloved Argentina to go to Chile. I dedicated more than two months to it, so it's okay to change. But me, I would have stayed, you know. Farewell to Patagonia was necessary, the season is changing, wind, rain, cold.
I took a bus from Mendoza to Santiago, Chile. Apart from the fact that I love these long journeys, staring out the window, phone out of service, music in my ears. Then the buses are comfortable, with reclining seats, you can really stretch out, they call them "cama", which means bed in Spanish.
Even better if you cross a border. Then in Chile, they're fixated on open food items. So they flip the bus and check all the bags to find fruits and sandwiches left half-eaten. At first, I thought they were so strict for drugs. Instead, it's for dried fruits. Oh well.
I like adding stamps, seeing landscapes whiz by, and crossing borders.
Hi, I'm Ilaria! And this is my newsletter! As I write to you, I'm in Mendoza, the land of wine production in Argentina. So, I'm taking a break and offering you a story, which I wrote exactly a year ago, when I left Argentina to discover Chile.
Just a reminder, if you enjoy my travel stories, you can support the writing project, which requires not only money but also time and a certain amount of creativity. Every drink offered to me at an aperitif makes me feel more energized, it feels like I'm heading in the right direction, and I take every glass as encouragement to continue writing. If you want to check out my website, you can find it here: www.ilariagianfagna.it
Of lost and found objects
So the first beautiful thing that happened today is going to Chile, crossing the Andes Mountains. It was a beautiful journey and I couldn't close my eyes, even though the night before I stayed up late with that Mendoza wine, which goes down so smoothly. But if you don't drink enough water, with the 36 degrees of Mendoza, it's better to make the sign of the cross before going to sleep. And even when you wake up.
Another beautiful thing that happened today is that I lost and found my backpack with the computer. I mean, without the backpack, I can't be a digital nomad. Just a nomad. The triggering factors of this tragedy are: heat, too much wine the night before, inability to find a taxi to the bus station.
So finally, I find one and because of the rush, I pay him double fare, since I'm going to Chile and those pesos, with all due respect, are worthless. Then I grab the big backpack and get out of the taxi.
I run, obviously sweaty, to catch the bus, they scold me because I arrive a minute before departure. And before boarding, I see a guy who smiles at me nicely. But tender and with a relieved look. I feel like I know him, I think "maybe he's from the hostel". He was the taxi driver who chased me to the bus with my backpack.
I hug him. And I get on, exhausted and incredulous. I should have given him more money, but I already paid him double fare. So I don't.
The last beautiful thing that happened today, a kind Chilean lady offered me cookies and fruit juice because in all this chaos, I didn't bring anything to eat for the long ten-hour journey.
Then I finally arrive in Santiago, where I'll be welcomed by violent protests on the streets and shootings at the airport, but that's another story.
The one-way ticket
The original plan was to leave, alone, backpack on, computer, without a return ticket, and take an epic journey from Argentina to Colombia. Well then, in the end, I did it, but it wasn't so simple to pack the backpack and say goodbye to everyone with my new mantra. “So, I’m off”.
After three months of traveling between Argentina and Chile, I almost felt guilty and told myself: "I'll stay a little longer, visit the Atacama Desert, and then leave." So I bought a Santiago-Milan ticket, non-changeable. But am I stupid? Please read it as I would, like in a state of shock.
With a three-month journey, I almost felt like making myself happy and not betraying the expectations of others, who would have wanted a more conventional life for me. Disapproving looks, phrases like: "You don't find a boyfriend because you travel so much," "When will you be more stable?" or "Why don't you try to settle down?"
I almost had the feeling that by uttering these phrases, "others", felt like they were on the right side, while I was the one who hadn't yet found a place in the world, its stability. Well, emotional stability, physical stability isn't necessary. But to others, only "being in place" mattered.
Which, by the way, nowhere is it written that stable is right and nomadic is wrong.
The fact is, for many years, I let myself be conditioned by "them". But then, "them", who? In short, this abstract entity like society, family, friends. But then "they" just uttered a few phrases here and there and that was enough to condition me. In short, I created obstacles for myself. All mental blocks, not to leave, not to do what I really wanted. Out of fear and because I didn't feel like I deserved something as cool as a one-way ticket. Others did. They were always the others leaving, but I couldn't, too many commitments, work, time, money. In a word, excuses.
March 11, 2023 - For a moment, I thought about using that Santiago - Milan ticket. About getting on that plane and going back home after three months. Then suddenly, I decide it won't happen. But just like that, from one moment to the next, I think: "Who cares if it's non-changeable? I'm not getting on it, I'll throw it away."
Obviously, I called the call center to see if they could offer me a compensation, before throwing away 800 euros, which then turned out to be the best 800 euros spent for all the adventures I experienced in the following months. Non-changeable ticket. No way around it. But maybe I had to buy a ticket to realize I wouldn't board the plane.
So I tell others that I'm staying a little longer, in this part of the world.
I feel free, I feel like I'm doing exactly what I want. And it seems to me that for the first time in my life, my project doesn't depend on a man, a friend, a parent, a prejudice, or an expectation, but only on me.
Then I like this thing of not having a plan, of not wanting to control anything and simply living as they say here, “un día a la vez”, one day at a time. Even though here now, it's minute by minute, forget about a day.
If you want, you can do a lot of beautiful things. And not just here, but also in life.
You can:
Leave me a like
Write a comment
Unsubscribe from this newsletter (I'll be sad)
"La libertà più deliziosa deriva dall’avventurarsi oltre le supposizioni che le altre persone hanno fatto su di te." (Steven K. Roberts, The Heart of Nomadness)
Direi che ci stai riuscendo benissimo! Buon cammino Ilaria 🫶
Ma davvero "LORO CHI?", dobbiamo chiedercelo tutt* quando sentiamo questi freni inibitori interiorizzati ma esterni, li andiamo a prendere uno a uno questi "loro" e gli facciamo bruttissimo :P Un abbraccio Ilaria!