Questo racconto è stato scritto quando ero in Giappone nell’agosto del 2017. Mi trovavo a Kanazawa, città famosa per il suo castello bianco.
Dopo aver raccontato la storia della mia vita a puntate, tra il lavoro che avrei voluto tanto fare, ma ho abbandonato perché non volevo sottostare alle dinamiche tutte italiane, la vita in Australia, i viaggi in Asia zaino in spalla e il biglietto di sola andata per il Sud America, ecco una storia di quando ho iniziato a viaggiare, da sola.
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Cara Michiko,
tu che sogni di essere occidentale. Ma non ti accorgi di quanto sei bella? Sogni che qualcuno ti porti via. Ma lo sai già che lontano, ci devi andare da sola. Perché me lo chiedi?
Hai 32 anni e sei l'unica single tra le tue amiche giapponesi. Le altre sono già sposate, con figli. Ma tu quella vita non la vuoi, non ancora. E le tue amiche pensano che sei un po' pazza, ma anche un po' fortunata, perché tu non conosci quella routine così rassicurante, che ogni giorno una parte di te muore. E continui a viaggiare. Sei un po' come me. Anche se, tu sei giapponese e io sono occidentale.
Tu che sogni l’uomo occidentale
Mi prepari una cena a base di onigiri, tamagoyaki, zuppa di miso e continui a versare sakè. Mi racconti dell'Australia, ci hai vissuto due anni, della Thailandia e del Vietnam, mentre sogni Venezia e le gondole.
E che un uomo occidentale ti porti via da qui. Lontano. Basta che sia un anima gentile e che non sia vegano. Perché per te mangiare il pesce crudo è importante e condividerlo con qualcuno lo è ancora di più. E questa sera hai scelto me.
Timidamente mi chiedi di uscire anche il giorno dopo, vuoi portarmi nel tuo ristorante preferito, mangeremo sashimi e berremo sakè. E parleremo degli uomini occidentali. Sarà il nostro Sex and the City, in Giappone. Io non so quanto sono fortunata. Mi aiuti a sistemare il futòn e ci salutiamo. Tu non sai come facciamo noi occidentali a dormire in quei letti scomodi. E da oggi non lo so più nemmeno io. Così come tante altre cose.
Sashimi e sakè
Il giorno dopo mi passi a prendere in macchina, mi hai comprato un regalo. È un anello per il telefono: lo infili al dito, per non fartelo scappare, mentre cammini a testa bassa e mandi messaggi, come fanno in Giappone. È perfetto per me che perdo tutto e che una notte ho lasciato il portafoglio in qualche angolo di Kyoto. Ma quella è un'altra storia.
Hai prenotato in quel ristorante, così piccolo, c'è solo il bancone, luogo d'incontri e di effimere magie. E qualche giapponese, sono tutti un po' più grandi di me e di te. Anche loro conoscono le gondole. E Fiorella Mannoia. Ordini tu e continui a versarmi quel sakè. Io ti lascio fare, portami dove vuoi, chiedimi quello che vuoi.
Viaggi sempre da sola?
Ma due cose te le chiedo io, perché forse anche tu hai capito qualcosa in più, come quel mio nuovo compagno di viaggio nel tempio di Kyoto. "Ma viaggi sempre da sola?" Dalla risposta che mi dai, ne ho la conferma: a noi occidentali sfugge il senso delle cose. "Altrimenti come faccio a conoscere nuovi amici e le persone del posto?"
Giusto Michiko, se non viaggiassi sola, forse non ti avrei nemmeno visto. Poi mi porti a bere l'ultimo, è quello che si fa anche da noi in Friuli. E ti chiedo: "Cos'è l'amore, Michiko?" E tu mi guardi con quegli occhioni e un po' disperata mi dici: "Love is a gamble" ma detto da te non sembra una hit del momento. Sembra una cosa seria. "Ma io non sono fortunata nel gioco e nemmeno nell'amore", le dico. "Nessuno lo è, l'importante è continuare a giocare".
Oggi ti consiglio di leggere la newsletter di
si chiama e mi sono riconosciuta molto nel suo ultimo racconto: Io viaggio da sola. Buona letturaLeggi il racconto precedente…
A mercoledì prossimo
Ilaria
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This story was written when I was in Japan in August 2017. I was in Kanazawa, a town famous for its white castle.
After telling the story of my life in episodes, between the work I wanted to do but abandoned because I didn't want to submit to all Italian dynamics, life in Australia, backpacking in Asia, and the one-way ticket to South America, here's a story from when I started traveling alone.
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🇦🇺 Dear Michiko,
You, dream of being Western. But do you realize how beautiful you are? You dream of someone taking you away. But you already know that far away, you have to go alone. Why do you ask me?
You're 32, the only single one among your Japanese friends. The others are already married, with children. But you don't want that life yet. And your friends think you're a bit crazy but also a bit fortunate because you don't know that reassuring routine where a part of you dies every day. And you keep on traveling. You're a bit like me. Even though you're Japanese, and I'm Western.
You dream of a Western man
You prepare dinner with onigiri, tamagoyaki, miso soup, and keep pouring sake. You tell me about Australia, where you lived for two years, about Thailand and Vietnam, while dreaming of Venice and gondolas.
And that a Western man takes you away from here. Far away. As long as he's a kind soul and not a vegan. Because eating raw fish is important to you, and sharing it with someone is even more so. And tonight, you chose me.
Timidly, you ask me out for the next day, wanting to take me to your favorite restaurant. We'll eat sashimi and drink sake. And we'll talk about Western men. It'll be our Sex and the City in Japan. I don't know how lucky I am. You help me arrange the futon, and we say goodbye. You don't know how we Westerners manage to sleep in those uncomfortable beds. And from today, I don't know either. Like many other things.
Sashimi and sake
The next day, you pick me up in your car, you bought me a gift. It's a phone ring: you put it on your finger to keep from dropping it while walking with your head down, texting, as they do in Japan. It's perfect for me, who loses everything and once left my wallet somewhere in Kyoto. But that's another story.
You booked that restaurant, so small, with only a counter, a place of encounters and fleeting magic. And some Japanese, all a bit older than you and me. They too know about gondolas. You order for both of us and keep pouring that sake. I let you, take me wherever you want, ask me whatever you want.
Do you always travel alone?
But there are two things I ask you because maybe you've understood something more, like that new travel companion of mine in the Kyoto temple. "Do you always travel alone?" From the answer you give me, I confirm: we Westerners miss the meaning of things. "How else do I make new friends and meet the locals?"
Right, Michiko. If you didn't travel alone, maybe I wouldn't have noticed you either. Then you take me for one last drink, what we also do in Friuli. And I ask you, "What is love, Michiko?" And you look at me with those big eyes and a bit desperate, you say, "Love is a gamble," but when you say it, it doesn't sound like a hit of the moment. It sounds serious. "But I'm not lucky in the game or in love," I say. "No one is, the important thing is to keep playing."
If you want, you can do a lot of beautiful things. And not just here, but also in life.
You can:
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Racconto bello e delicato, che apre un altro mondo importante e spinoso. E sono assolutamente d'accordo con la saggia Michiko: "Continuare a giocare, sempre" 😊
Ma che carine che siete, la tenera Michiko e tu che la racconti!