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Enormi e grandi verità in questa uscita.

Al sondaggio ho risposto che le relazioni cambiano sempre, il viaggio è solo un accellerante, un po' come quel liquido che metti nel barbecue per far prima ad avere le braci. In realtà il risultato, più lentamente, lo otterresti comunque con piccoli rami secchi.

Mamma mia, che paragone triste 😂

Detto ciò, è anche vero che a volte i legami sopravvivono ai viaggi, ma solo perché le persone vanno avanti esse stesse, come dici tu, e magari vedono in te un percorso simile.

Discorso complessissimo...

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Effettivamente il viaggio accelera un processo che sarebbe arrivato comunque, vero!

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Più che il viaggio, a cambiare le relazioni sono le vite che si plasmano. Dolorosamente, saranno le amiche con i figli che sfuggiranno tra le dita in una vita incomprensibile, fatta di scadenze, routine e spese. Saranno gli amici ossessionati con la pensione i soldi il calcetto a sfuggire tra le dita. E non occorre essere un nomade digitale in zaino e laptop: basta anche solo essere un expat che ha fatto suo un altro paese e di un altro stile di vita. Quando ci si incontra, si è sempre più alieni.

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May 22·edited May 22Author

Capito, sì effettivamente sono sensazioni che provavo anche quando vivevo in Australia e poi tornavo a casa per Natale. Alieni. Mi è piaciuta anche la tua descrizione delle mamme e la vita incomprensibile. Ed effettivamente la loro è una realtà molto lontana dalla mia in questo momento, che non posso capire.

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Le mie amiche hanno iniziato tardi, verso i quaranta, ma di colpo mi sembra che siamo su pianeti diversi. Anche se una di loro viaggia più di me, per me resta incomprensibile. Rido sempre dicendo che la mia è una vita a “zero sbatti”.

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Anche la mia, riduco al minimo le attività non piacevoli e gli "impegni"

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E le responsabilità. A parte votare e pagare le tasse, non ne voglio altre.

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Ciao Ilaria,

ti leggo da Udine :)

Non ho viaggiato tanto quanto te, eppure anche durante le mie partenze brevi e periodi lunghi di permanenza (colpa-merito del famigerato posto fisso), noto lo stesso che la maggior parte delle volte alle persone che restano a casa poco importa del tuo viaggio, con delle dinamiche che somigliano tanto a quelle che descrivi. Quasi paradossalmente le persone a cui sembra importare meno sono quelle più vicine, che quando stai per partire in parte condividono l’eccitazione ma poi rapidamente smettono di commentare le stories o vedere i tuoi post, e quando torni a malapena chiedono come è andata. Invece i conoscenti e le persone che vedi ogni tanto seguono ogni aggiornamento, ti leggono online, commentano, quando le incontri vogliono sapere tutto. Chissà, forse per alcune persone il viaggio è un’idea così lontana dal quotidiano che un volo intercontinentale pare una cosa normalmente “irrealizzabile”, o forse per gli amici più stretti è scontato che tu sei “quella che viaggia”, dopo un po’ non fa più notizia e non genera interesse. Eppure io ogni volta che torno mi sento cambiata di un pezzo importante, vorrei raccontare tutto, esperienze, posti, persone… forse è anche così che sono finita a scrivere su un blog e Substack in fin dei conti. 😊

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Ah non avevo capito fossi di Udine! Diciamo che poi negli anni ti abitui a tutte queste reazioni particolari nei confronti del tuo viaggiare. Io all'inizio ci facevo molto più caso, poi ci rimanevo male, adesso la lista delle cose che non mi interessano è lunghissima e la mia vita è migliorata di gran lunga. Ottima riflessione quella sul motivo per cui hai aperto un blog, credo sia il mio stesso motivo. Tutte queste emozioni devono essere raccontate! Mandi

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La mia migliore amica, dopo avermi supportata durante tutto il processo decisionale, quando ha capito che facevo sul serio, ha chiuso i battenti.

Nei tre mesi prima della mia partenza ha avuto due - DUE - momenti liberi per vederci (prima ci vedevamo almeno una volta a settimana), e nessuno per parlare a cuore aperto di quello che ci stava succedendo.

Abbiamo solo pianto ubriache durante la festicciola che ho dato per i saluti, salvo poi rimuovere tutto.

Quasi cinque mesi dopo - in cui io non mollo un cazzo e lei non scappa del tutto - il massimo dell’acknowledge è stato dirmi, parlando di un altro amico che invece mi ha direttamente ghostata, “non penso che non ci sia (o si sia rotto un legame) ognuno gestisce il distacco in modo strani e incomprensibili”.

Ecco.

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Abbastanza tranchant il tutto. Mi dispiace. Comunque il viaggio porta con sé queste chiusure, ad un certo punto non ci si capisce più o come dici tu non si parla a cuore aperto, che sicuramente risolverebbe tante incomprensioni. Potendo tornare indietro, tu faresti qualcosa di diverso in quegli ultimi tre mesi prima di partire?

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Onesta: rifarei tutto uguale. Principalmente perché in quei mesi - anche grazie al mio psicologo devo dire - non ho ceduto a una facile escalation di senso di tradimento / rabbia / delusione. Ho accolto la sua reazione tendendo però ferma la mia: ci ho sofferto senza autocensura, ma ho anche continuato a dare segnali chiari del mio desiderio non corrisposto di trascorrere più tempo di qualità insieme. Bisogno insoddisfatto, ma almeno non represso. Questo è servito a me a non lasciarmi devastare in slow motion a posteriori, e alla nostra amicizia perché comunque non è finita, anche se è cambiata molto. Ma la tentazione di mandarla a fanculo protestando c’era 😅

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Complimenti, hai avuto un comportamento autentico. Comunque ti capisco quando parli della facile escalation di sensi di colpa, a volte pensavo: "ma allora non devo partire?" Anche uno sguardo ti fa dubitare e se cerchi l'approvazione degli altri, quello è il momento più sbagliato per cercarla. Senza strizza forse non sarei partita ahahah

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Mi dispiace per il comportamento dei tuoi due amici. È vero, ognuno vive il distacco a modo proprio e credo che alcuni lo vivano come una sorta di tradimento perché non sono in grado di capire la necessità dietro la scelta di partire. Personalmente, penso che questo genere di persone rientra nel gruppo di quelle che "rosicano". Non necessariamente per invidia del viaggio o altro, ma semplicemente perché non sono in grado di andare oltre il loro bisogno di averci nelle loro vite nel modo in cui loro desiderano (non so se mi sono spiegata, spero di sì).

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O perché non hanno il coraggio di essere se stessi, come magari ce l'ha chi parte.

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Esatto, diciamo che non volevo essere completamente tranchant che sono solo le 9 di mattina e la giornata è lunga 🤣🤣🤣🤣

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Infatti quando ho visto i primi commenti alle 7 del mattino, ho pensato cavolo l'ho fatta grossa a sto giro 😂

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Hai detto una grande verità. Rispetto al mio caso, credo che il punto fosse che in quel momento lei aveva bisogno della “vecchia me”, per sentirsi meno sola, per avere approvazione di uno stile di vita condiviso. Anche se tu non vuoi criticare nessuno con la tua scelta, c’è chi la prende come una grossa messa in discussione della loro (e se la prendono così magari è perché lo è davvero per loro)

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Infatti penso che scelte come le nostre (ossia di prendere e partire) obblighino le persone che lasciamo a casa a farsi due domande. E questo può creare resistenze perché non è detto che quelle persone siano pronte a trovare le risposte (né che lo vogliano effettivamente fare). ❤️

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Cavolo è vero, la tua scelta può sembrare anche un "giudizio" sulla loro scelta, cioè quella di vivere una vita più convenzionale. Quanti spunti di riflessione!

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May 22Liked by Ilaria

Molte verità in questo articolo. Penso che se una persona non ha mai fatto esperienze di viaggio simili non potrà capire fino in fondo che cosa si prova. Di sicuro mancherai a persone che ti vogliono bene veramente oltre ai genitori.

La vita è fatta di scelte e non per forza devono essere approvate o sostenute da altre persone perché ognuno ha le proprie priorità e fa' scelte diverse.

Elisa

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May 22·edited May 22Author

Tutto vero, spesso ci si vuole bene ma non necessariamente ci si capisce, a causa di esperienze di vita diverse. Anche io ora non posso capire veramente cosa voglia dire essere mamma, tanto per fare un esempio

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May 22Liked by Ilaria

Capisco quello che dici, ogni esperienza và vissuta per essere capita. Riprendendo l'esempio che hai fatto, capirai cosa vuol dire essere mamma quando sarai mamma. Penso che ogni persona vive in modo diverso la stessa esperienza e penso anche che se una persona ti vuole bene veramente e non come passatempo anche se magari conduce una vita diversa dalla tua fa' in modo di starti vicina perché ti vuole bene. Io ho avuto parecchi momenti difficili nella mia vita e ho notato che le persone che mi sono state accanto erano davvero poche ma alla fine ho capito che è meglio stare da sola e aprirmi a nuovi incontri che avere intorno persone finte o che non ti capiscono veramente.

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Mi piace un sacco la tua descrizione “sentirsi spaesati e allo stesso tempo nel luogo giusto” penso renda l’idea in pieno della sensazione che ti accompagna quando si viaggia o quando si vive in un altro paese.

Ed è proprio quell’energia che sembra mancare a chi resta, guardando da fuori. Però poi credo che non sia invidia, ma semplicemente ognuno vada avanti con le sue personali lotte, obiettivi, amori e dolori che non coincidono più con chi è fuori, e viceversa. Grazie per l’articolo!

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Vero, è tutto un vivere sensazioni contrastanti e fare nuove riflessioni mai fatte prima. Che casino viaggiare, adesso vado a commentare la tua NL perché ci sono ritrovata un sacco!

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Che casino viaggiare e che casino la vita ahahaha!

Grazie per il commento: vero che anche tu conosci bene Milano❤️

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ahahahha

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Personalmente, invece, quando sono tornata mi è sembrato che tutto fosse rimasto immobile a quando, un anno prima, me ne ero andata per il mio viaggio. Avevo l'impressione di essere l'unica ad essere cambiata. Forse sbagliavo o forse no, non so. Ad ogni modo. questo genere di scelte sicuramente fa una cosa: mette molto in chiaro chi sono le persone a noi davvero vicine e quelle che, invece, non lo sono. È vero che io partivo da una situazione diversa, nel senso che ho sempre avuto pochi amici (colpa dei mille traslochi e spostamenti vari) e quindi forse ho meno termini di paragone rispetto a te. E comunque, per citare Carla Perrotti, "il ritorno è una faccenda complicata".

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Tutto vero, sarebbe da non tornare infatti, perché non sei più lo stesso e le persone rimaste a casa, sono un po' più le stesse di te. Quando sono partita e rientrata la prima volta, ho vissuto la tua stessa sensazione di immobilità, poi ho cominciato a vedere le persone rimaste a casa cambiare e mi sono stupita, pensavo sarebbero rimasti immobili.

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Beh tutti cambiano, prima o poi. Come dice Cristiano, il viaggio funge da acceleratore come la benzina per un fuoco. Credo sia solo una questione di tempistiche che si sfalzano. Ad ogni modo, nel mio caso, il viaggio ha rappresentato (e continua a rappresentare) una profonda fonte di cambiamento che, ahimé, non trovo nella vita stanziale. Sono in costante evoluzione ma le velocità, le tempistiche sono diverse.

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Confermo e più viaggio, più preferisco tempistiche rapide nel cambiamento. Il che mi ha reso un po' impaziente 😂

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Ho letto con attenzione il tuo articolo e riflettuto sulla mia situazione personale. Per quanto mi lamento a volte che i miei amici mi considerano matta perché prendo, parto, faccio, dico, loro rimangono sempre un pilastro per me. Io torno a Venezia *per loro* e con quelli che, invece, viaggiano altrettanto o si sono trasferirti all’estero, ci si sente e si prova a incontrarsi.

Le amicizie che faccio in viaggio sono tantissime e con alcune c’è tanta affinità, ma non potranno mai sostituire coloro che sono, semplicemente, “casa”.

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Vero, hai ragione, poi "la casa" si costruisce, si allarga, si modifica, si evolve, ma le fondamenta restano

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Io come Cristiano, sopra, ho risposto che le relazioni cambiano sempre, perché negli ultimi anni mi sono fermata ma queste dinamiche hanno continuato ad esserci, solo in modi differenti.

Le possono scatenare l'espatrio, la maternità, lo sposarsi, un cambio città... Però negli anni ho anche notato che le cose vanno a fasi. C'è gente che sparisce e poi torna, gente che magari non ti era tanto vicina che invece poi si avvicina, negli ultimi 15 anni di viaggi lunghi / espatrio è successo un po' di tutto.

Personalmente ho visto che se non la si prende sul personale e poi le persone "tornano" ci possono essere begli scambi, perché mentre erano via dalla tua vita, anche senza muoversi anche a loro sono successe cose. È una dinamica interessante, ma è sicuramente dolorosa a tratti, quando ero più giovane ci ho sofferto, col tempo ho iniziato a prenderla più alla leggera.

Adesso che siamo tornati da 4 mesi in sud-est asiatico, gli amici del mio compagno a lui chiedono di tutto: com'era, cosa ti è piaciuto, torneresti? I miei, meno, probabilmente perché sanno già la risposta a tutte le domande di cui sopra (bellissimo, ovvio, ci ho vissuto quattro anni di fila 😅) chi chiede è più chi viaggia lui o lei stess3, e magari vuol sapere come ho trovato cambiata la regione. Quindi forse c'è anche il fattore abitudine, nel tempo: sei quella lì che viaggia, poi mi dirai quando torni, se torni

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Effettivamente i motivi di un cambiamento sono tanti e non necessariamente il viaggio. Certo che il viaggio accelera le tempistiche (cit. Cristiano)

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Ho assaporato ogni tua parola e riconosco che il viaggio trasforma chi viaggia e chi circonda il viaggiatore. È come se si fosse tutti in un campo magnético e ogni mossa corrisponde a un altra azione dell'altro. Azione -reazione

Mi viene a mente quando tiri un sasso in mare e si creano tutta una serie di piccole onde intorno. L'ambiente cambia.

Allo stesso tempo, mi rendo conto con dispiacere che le relazioni con I miei amici Spagnoli sta cambiando vivendo ora in Italia. Le scelte provocano inevitabilmente una perdita, ma anche questo è evoluzione. Grazie 🌷❤️

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Esatto, grazie a te!

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May 24Liked by Ilaria

Non riesco a commentare a questo post in cui mi sento particolarmente presa in causa perché e’ tutto dannatamente vero 🥲🥲🥲🥲. Facciamo che te lo dico alla fine del viaggio cosi vediamo che succede?

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Allora intanto buon viaggio, poi aspetto il tuo commento!

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Cavoli, stavo leggendo e sono inciampato nel mio nome! Grazie davvero Ilaria per questa menzione. Sono onorato!

Ma soprattutto grazie per questa riflessione, specie per questo passaggio:

"non mancherai a nessuno. Nemmeno a te stesso. Ovvero non ti mancherà la persona che eri prima del viaggio."

Credo che questa sia la chiave di tutto: noi cambiamo e cambiano anche le persone che restano a casa. Se accettiamo questa realtà, comprendiamo che è inevitabile che le relazioni e i legami si trasformino. E forse non è un male, anzi, è un'opportunità per capire cosa vogliamo lasciar andare e su cosa, invece, vogliamo investire le nostre risorse affettive.

Che detto così sembra anche facile. Nella realtà, invece...🙃

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Grazie a te! Un piacere leggerti, ma infatti è giusto che tutto cambi, decantiamo tanta flessibilità nel viaggio e nello stile di vita, poi se cambiano le relazioni dobbiamo anche quello prenderlo come passaggio naturale!

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Ciao Ilaria, fortunatamente posso dire di star vivenso un'esperienza completamente diversa. Non solo manco alle amicizie strette, ma mi mancano pure, e molto. Amiche che sono rimaste, in questi anni di viaggio, tutte strette a me, a modo loro, senza MAI farmi sentire il peso della lontananza e anzi supportandomi. Certo, non tutte sono interessate al viaggio, ma sono interessate al mio viaggio e io al loro. C'è chi è rimasta incinta, chi non si è mossa di un millimetro e chi si è iscritta ad un corso di cucina ed io sono estremamente curiosa del loro di viaggio, proprio perché riguarda loro. Non quello che vedono o fanno, ma quello che sentono. Il viaggio ci cambia, ma è bellissimo evolvere insieme, ognuna per la sua strada. Non è sempre semplice, ma l'Amicizia richiede impegno ❤️

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Bello leggere le tue parole e una testimonianza, se vuoi diversa dalle altre 😊

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