Quando parti per un lungo viaggio, sembrano tutti contenti per te, che realizzerai il tuo sogno e anche quello di chi non ne ha il coraggio. Allo stesso tempo, sembrano dispiaciuti di non vederti per qualche mese. E anche tu provi le stesse emozioni, da un lato ti mancheranno tutti, dall’altro hai bisogno di allontanarti da loro. E forse alcuni li perderai, non li troverai al tuo ritorno ad aspettarti e nemmeno tu li riabbraccerai con la stessa intensità con cui li hai saluti. Il viaggio cambia le relazioni.
D’altronde, alcuni di loro, più o meno inconsapevolmente, con uno sguardo o una frase hanno dimostrato di non essere d’accordo con la tua scelta. Principalmente perché essere se stessi fa paura a tutti. Soprattutto a chi non ha il coraggio di esserlo.
Ciao sono Ilaria, e questa è la mia newsletter! Ti scrivo da Udine, cavolo qui piove sempre. Sono passata dalla noia di una vita di provincia, alla tranquillità di una vita senza scossoni. Nonostante non mi dispiaccia, non credo che durerà molto.
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Sembra una frase forte: ma non mancherai a nessuno. Nemmeno a te stesso. Ovvero non ti mancherà la persona che eri prima del viaggio. Anzi un po’ non la sopporterai perché aveva paura, un po’ ti farà tenerezza, per lo stesso motivo. Ma torniamo agli altri. Durante questo articolo, li chiamerò: le persone che restano a casa. E credo che una newsletter non mi basterà, ne voglio già fare un’altra sullo stesso argomento, partendo dai tuoi commenti. Dopo averla letta, scrivimi qui sotto cosa ne pensi.
Piano piano ti allontani
È un processo lento. I primi giorni le senti spesso le persone che rimangono a casa: messaggi, audio, video-chiamate. Le aggiorni, magari hai un gruppo WhatsApp con le amiche. Diciamoci la verità, anche tu non sai tanto come si fa a viaggiare da soli, a stare da soli. E quindi quei messaggi sono una compagnia reciproca. Per le persone che rimangono a casa, sono una rassicurazione, per te che sei in viaggio sono una necessità.
Ti fanno realizzare un po’ meno, che hai appena acquistato un biglietto di sola andata e adesso cammini per le strade di Buenos Aires, da sola, entri in un negozio e provi un vestito che non puoi comprare, perché maledetto zaino. Guardi con un sorriso nostalgico le amiche che chiacchierano al bar. Ecco tu fino a ieri eri una di quelle amiche al bar, che si raccontano confidenze. Adesso sei una di quelle che al bar ci va da sola.
E un po’ non sai nemmeno come gestirtela questa solitudine. E ancora non sai quanti nuovi amici incontrerai in questa mitica avventura. E quanto questi nuovi amici saranno più affini dei tuoi vecchi amici.
Poi piano piano, le persone che sono rimaste a casa, le aggiorni sempre un po’ meno. Cominci a pronunciare frasi del tipo: “Ho messo tutto su Instagram”. Anche perché nel frattempo, cominci ad essere impegnata, stai iniziando a vivere il tuo viaggio, conosci persone che fanno esperienze simili alla tua, ti rendi conto che c’è un sacco di gente come te, che è partita, lasciandosi alle spalle una vita convenzionale, sicuramente più comoda, ma anche più noiosa.
Cominci a renderti conto di avere molte più cose in comune con quel tuo vicino di scrivania del co-working di Puerto Escondido, che con l’amica che hai lasciato a casa. Che poi non saprei dirti se hai veramente più cose in comune, però stai vivendo la stessa esperienza, le emozioni sono simili e quel riconoscerti è confortante. Cioè forse questo è un altro motivo per cui viaggio: trovare i miei simili, sentirmi compresa.
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Il tuo viaggio comincia veramente
E così piano piano, il racconto del tuo viaggio alle persone rimaste a casa interessa sempre meno. Loro che fino al primo mese sembravano capirti, anche in base alle esperienze di viaggio fatte, ora non sanno cosa vuol dire dormire un mese in ostello, indossare sempre gli stessi vestiti, usare un bagno in comune, essere sempre stanchi e sempre su di giri, sentirsi spaesati e allo stesso tempo nel luogo giusto, non sanno cosa vuol dire stupirsi ogni giorno, essere tristi ogni giorni, mettersi in discussione ogni giorno, imparare ogni giorno, ascoltare ogni giorno, organizzare ogni giorno, cambiare ogni giorno e caricarti quel cavolo di zaino ogni giorno.
In viaggio è tutto così rapido. E anche se quelle persone rimaste a casa, viaggiano più veloce di te, perché è ancora figo essere efficienti, tu ti evolvi molto velocemente.
Piano piano, a loro non interessa più come prima ascoltarti, troppo lontano dalla loro realtà. Il tuo sembra quasi un racconto di un eroe, con dei super poteri, che non ha paura di niente e realizza un sogno, che poche di quelle persone rimaste a casa, potranno realizzare. Forse nessuna. Anche perché non è detto che le persone rimaste a casa abbiano lo stesso sogno. E quindi cominciano a vederti diversamente.
Considera che qualcuno aveva pensato che saresti tornata a casa prima del previsto, qualcuno aveva pensato che era meglio un mutuo e il posto fisso, ma poi vedendo il tuo profilo Instagram, un po’ ha rosicato. Cavolo, avevi ragione tu a fare una scelta non convenzionale. Poi vabbè, molti sono felici per te e molti semplicemente continuano con la propria vita. Non è che stanno tutti a pensare a te.
Tu sei una pedina che ti sei allontanata, soprattutto ti sei allontanata dagli schemi. E forse appartieni un po’ meno alla tua tribù originaria e un po’ di più alla tua tribù in divenire. Così le telefonate si diradano, ci sono giorni in cui nessuna delle persone rimaste a casa ti cerca, tu non cerchi loro. E basta, il tuo viaggio è cominciato veramente e tu non mancherai a nessuno. Un attimo, ai tuoi genitori mancherai. Questo è certo.
Il ritorno
La cosa che ha stupito di più, riguarda il mio ritorno. Le persone rimaste a casa sono cambiate durante la mia assenza. Io, egocentricamente parlando, le immaginavo immobili, mentre io viaggiavo e cambiavo. Pensavo che sarei tornata a casa e sarebbe stato tutto uguale. Invece hanno divorziato, hanno cambiato lavoro, hanno mandato a quel paese un familiare, hanno deciso finalmente di andare dallo psicologo, hanno prenotato una vacanza in Sri Lanka. Hanno fatto qualcosa di diverso, un gesto forte che io non mi aspettavo. È come se io avessi preso il coraggio di realizzare un sogno e loro poco dopo il coraggio di lasciare il compagno. È come se un po’ questi coraggi si contagiassero a vicenda. Allora è bello partire, non solo per te, ma anche per le persone che restano a casa.
Leggi il racconto precedente…
A mercoledì,
Ilaria
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Nobody will miss you
When you leave for a long journey, everyone seems happy for you, that you will realize your dream and also the dream of those who don’t have the courage. At the same time, they seem sad not to see you for a few months. And you feel the same emotions, on one hand, you will miss everyone, on the other, you need to get away from them. And maybe you will lose some, you won’t find them waiting for you when you return and you won’t hug them with the same intensity as when you said goodbye. Travel changes relationships.
Moreover, some of them, more or less unconsciously, with a look or a phrase, have shown that they do not agree with your choice. Mainly because being oneself scares everyone. Especially those who don’t have the courage to be themselves.
Hi, I’m Ilaria, and this is my newsletter! I’m writing to you from Udine, damn it always rains here. I went from the boredom of provincial life to the tranquility of a life without upheavals. Although I don’t mind, I don’t think it will last long. If you like my travel stories and want to support my writing project, you can buy me a drink
It seems like a strong phrase: but you won’t be missed by anyone. Not even yourself. That is, you won’t miss the person you were before the trip. In fact, you might not even like them a bit because they were afraid, but you will feel tenderness for the same reason. But let’s get back to others. During this article, I will call them: the people who stay home. And I think one newsletter won’t be enough, I already want to make another one on the same topic, starting from your comments. After reading it, write me below what you think.
Little by little, you distance yourself.
It’s a slow process. In the first few days, you often hear from the people who stayed home: messages, audio, video calls. You update them, maybe you have a WhatsApp group with friends. Let’s be honest, you also don’t know much about how to travel alone, how to be alone. And so those messages are mutual company. For the people who stayed home, they are reassurance, for you who are traveling, they are a necessity.
They make you realize a little less that you just bought a one-way ticket and now you’re walking the streets of Buenos Aires, alone, entering a shop and trying on a dress you can’t buy, because of that damned backpack. You look with a nostalgic smile at the friends chatting at the bar. Until yesterday, you were one of those friends at the bar, sharing confidences. Now you are one of those who goes to the bar alone.
And you don’t even know how to handle this solitude. And you still don’t know how many new friends you will meet on this epic adventure. And how these new friends will be more like-minded than your old friends.
Then little by little, you update the people who stayed home less and less. You start saying things like, “I put it all on Instagram.” Also because in the meantime, you start to be busy, you are starting to live your journey, you meet people who have experiences similar to yours, you realize there are a lot of people like you, who left, leaving behind a conventional life, certainly more comfortable, but also more boring.
You start to realize you have much more in common with that desk neighbor at the co-working space in Puerto Escondido than with the friend you left at home. Which, then, I couldn’t tell you if you really have more in common, but you are living the same experience, the emotions are similar and recognizing each other is comforting. Maybe this is another reason why I travel: to find my peers, to feel understood.
Talking about Puerto Escondido, here you find a Mini-Guide of Puerto Escondido, if you travelling to Mexico and you want to support my travel writing project.
Your journey really begins
And so, little by little, the story of your journey interests the people who stayed home less and less. Those who seemed to understand you in the first month, even based on their travel experiences, now don’t know what it means to sleep in a hostel for a month, to always wear the same clothes, to use a shared bathroom, to always be tired and always excited, to feel disoriented and at the same time in the right place, they don’t know what it means to be surprised every day, to be sad every day, to question yourself every day, to learn every day, to listen every day, to organize every day, to change every day and to carry that damn backpack every day.
Traveling, everything is so fast. And even if those people who stayed home travel faster than you because it’s still cool to be efficient, you evolve very quickly.
Little by little, they care less about listening to you, too far from their reality. Your story almost seems like a hero’s tale, with superpowers, who isn’t afraid of anything and realizes a dream that few of those people who stayed home will ever realize. Maybe none. Also because it’s not certain that the people who stayed home have the same dream. And so they start to see you differently.
Consider that some thought you would return home earlier than expected, some thought a mortgage and a stable job were better, but then seeing your Instagram profile, they felt a bit envious. Damn, you were right to make an unconventional choice. Then well, many are happy for you and many simply continue with their lives. Not everyone is thinking about you.
You are a piece that has moved away, above all, you have moved away from the norms. And maybe you belong a little less to your original tribe and a little more to your emerging tribe. So phone calls become less frequent, there are days when none of the people who stayed home contact you, and you don’t contact them. And that’s it, your journey has truly begun and you won’t be missed by anyone. Wait, you will be missed by your parents. That’s for sure.
When you get back
The thing that surprised me the most is about my return. The people who stayed home changed during my absence. I, egocentrically speaking, imagined them immobile while I traveled and changed. I thought I would come home and everything would be the same. Instead, they divorced, changed jobs, told a family member off, finally decided to see a psychologist, booked a vacation in Sri Lanka. They did something different, a bold move I didn’t expect. It’s as if I took the courage to realize a dream and they shortly after took the courage to leave their partner. It’s as if these courage acts somehow contagiously affect each other. So it’s nice to leave, not just for you, but also for the people who stay home.
If you want, you can do a lot of beautiful things. And not just here, but also in life.
You can:
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Enormi e grandi verità in questa uscita.
Al sondaggio ho risposto che le relazioni cambiano sempre, il viaggio è solo un accellerante, un po' come quel liquido che metti nel barbecue per far prima ad avere le braci. In realtà il risultato, più lentamente, lo otterresti comunque con piccoli rami secchi.
Mamma mia, che paragone triste 😂
Detto ciò, è anche vero che a volte i legami sopravvivono ai viaggi, ma solo perché le persone vanno avanti esse stesse, come dici tu, e magari vedono in te un percorso simile.
Discorso complessissimo...
Più che il viaggio, a cambiare le relazioni sono le vite che si plasmano. Dolorosamente, saranno le amiche con i figli che sfuggiranno tra le dita in una vita incomprensibile, fatta di scadenze, routine e spese. Saranno gli amici ossessionati con la pensione i soldi il calcetto a sfuggire tra le dita. E non occorre essere un nomade digitale in zaino e laptop: basta anche solo essere un expat che ha fatto suo un altro paese e di un altro stile di vita. Quando ci si incontra, si è sempre più alieni.