Sì, sbotto. L’ultima volta in Turchia per l’aria condizionata a 18 gradi ma dai!! Uno, si gelava e 2 quanto inquinamento per niente. Basta tenerla sui 25/26. Hahaha
A parte questo, mi ci ritrovo un sacco nelle tue parole e sì, a un certo punto non te ne frega più delle lenzuola rosa o del coltello affilato. Sei dove sei, e le priorità della vita cambiano in una maniera meravigliosa.
I lunghi viaggi in bus, le notti in ostello, perdersi e non avere campo per controllare Google, perdere la pazienza e sbottare, non avere gli attrezzi da cucina e doversi accontentare di tagliatelle vecchie e mezzo spicchio di aglio (storia vera) ti ribalta la vita e quello che a casa sembra importante, non lo è più.
Sbottare assolutamente sì! Questa cosa dei 18 gradi non la intendo, nella mia esperienza vedo che molti americani mettono l'aria a temperature così basse, quindi non so se per loro è normale, come se il caldo non lo sopportassero per niente. Poi non si può generalizzare. Ma ho notato che gli europei preferiscono temperature più normali...
I miei studenti americani mi chiedono sempre perché noi europei non sopportiamo l'aria condizionata e "vi raffreddate subito, che delicati!" Poi d'inverno li vedo in call con il top e d'estate col maglione. Che senso ha? Jesù.
Ovviamente mi sento totalmente presa in causa per la questione dell’ aria condizionata “ beh if you like it cold, why don’t you travel to Norvegia ffs”.
Credo comunque che tu abbia volutamente omesso qualche dettaglio hot in merito alle cose che possono accadere in ostello 😜😇
Ilaria, bellissimo articolo. Racconta molto bene le sensazioni, i dubbi, i pensieri di questi luoghi così particolari e iconici per i viaggiatori.
A me personalmente l'ostello ha fatto capire l'importanza di rispettare gli spazi altrui. Purtroppo lo capisci tutte le volte che qualcuno non fa lo stesso, e succede spesso, per distrazione, per superficialità. Condividere tutti gli spazi ti fa scoprire molto anche delle altre culture e capire di più della tua. Di cosa le persone del mondo fanno a casa loro. E andando di stereotipi: gli statunitensi vogliono l'aria condizionata, gli italiani hanno regole ferree in cucina, i sudamericani sono più socievoli di tutti ma non usano le cuffie, etc...
Io non riesco quasi mai a prenderla con filosofia, come fai tu, quando manca il tagliere e non c'è lo scolapasta. Ti invidio! In compenso, però, ho notato una sensibilità diversa quando invece li trovo, quando una cucina è pulita, quando il letto è comodo, quando il bagno ha gli appendi asciugamani. Sono felicissimo per le piccole cose e non le dò più per scontate.
Gli ostelli sono porti di mare. Devi imparare a starci, a scegliere quelli giusti, ad ascoltare che si dice in giro e a volte rifugiarti dietro le tendine, altre volte salpare con altri viaggiatori.
Grazie mille per gli spunti e per aver citato Vita da Nomade 🫶
Grazie!! Oddio che ridere, qualcuno mi spiega perché in Sud America e in Centro America non usano gli auricolari? È una cosa che mi dà super fastidio, soprattutto se sono in autobus, paesaggio della madonna e mi devo ascoltare tutta la conservazione con "papito", ma perché? Ho pensato che è una questione economica, che costa comprare gli auricolari?
La mia idea è che sia una questione culturale e si estende anche al concetto di condivisione degli spazi, sia fisici che sonori. Credo possa derivare dal contesto in cui vivono in famiglia, in modo più comunitario. Noi europei veniamo abituati ad avere la nostra cameretta, siamo più gelosi dei nostri spazi, più individualisti. In più non è solo una questione di non disturbare gli altri, ma anche una questione di riservatezza nel far sentire agli altri le nostre cose. Tra l'altro si estende anche alla pratica di proiettare film sui bus fino alle 2 di notte come se niente fosse.
Non ho mai dormito in ostello, e un po’ sento che è una mia mancanza. In rifugio però si, e da come descrivi la situazione camerate sembra uguale (solo che le zip che aprono e chiudono sono forse più sincronizzate prima dell’alba e dato che in molti posti mancano i comfort, nemmeno grandi nottate - ne piscine). Bellissimo articolo!
Una lode alla vita da ostello.. mitica! Raccontato benissimo.. mi ha fatto venire una voglia di ripartire... Non vedo l'ora di iniziare il mio prossimo viaggio :D
Sì, sbotto. L’ultima volta in Turchia per l’aria condizionata a 18 gradi ma dai!! Uno, si gelava e 2 quanto inquinamento per niente. Basta tenerla sui 25/26. Hahaha
A parte questo, mi ci ritrovo un sacco nelle tue parole e sì, a un certo punto non te ne frega più delle lenzuola rosa o del coltello affilato. Sei dove sei, e le priorità della vita cambiano in una maniera meravigliosa.
I lunghi viaggi in bus, le notti in ostello, perdersi e non avere campo per controllare Google, perdere la pazienza e sbottare, non avere gli attrezzi da cucina e doversi accontentare di tagliatelle vecchie e mezzo spicchio di aglio (storia vera) ti ribalta la vita e quello che a casa sembra importante, non lo è più.
Sbottare assolutamente sì! Questa cosa dei 18 gradi non la intendo, nella mia esperienza vedo che molti americani mettono l'aria a temperature così basse, quindi non so se per loro è normale, come se il caldo non lo sopportassero per niente. Poi non si può generalizzare. Ma ho notato che gli europei preferiscono temperature più normali...
I miei studenti americani mi chiedono sempre perché noi europei non sopportiamo l'aria condizionata e "vi raffreddate subito, che delicati!" Poi d'inverno li vedo in call con il top e d'estate col maglione. Che senso ha? Jesù.
Assurdo questo loro rapporto con l'aria condizionata non lo capisco
Bellissima analisi !!!! Totalmente azzeccata!
Ovviamente mi sento totalmente presa in causa per la questione dell’ aria condizionata “ beh if you like it cold, why don’t you travel to Norvegia ffs”.
Credo comunque che tu abbia volutamente omesso qualche dettaglio hot in merito alle cose che possono accadere in ostello 😜😇
Lo possiamo aggiungere nei commenti 😂
Ilaria, bellissimo articolo. Racconta molto bene le sensazioni, i dubbi, i pensieri di questi luoghi così particolari e iconici per i viaggiatori.
A me personalmente l'ostello ha fatto capire l'importanza di rispettare gli spazi altrui. Purtroppo lo capisci tutte le volte che qualcuno non fa lo stesso, e succede spesso, per distrazione, per superficialità. Condividere tutti gli spazi ti fa scoprire molto anche delle altre culture e capire di più della tua. Di cosa le persone del mondo fanno a casa loro. E andando di stereotipi: gli statunitensi vogliono l'aria condizionata, gli italiani hanno regole ferree in cucina, i sudamericani sono più socievoli di tutti ma non usano le cuffie, etc...
Io non riesco quasi mai a prenderla con filosofia, come fai tu, quando manca il tagliere e non c'è lo scolapasta. Ti invidio! In compenso, però, ho notato una sensibilità diversa quando invece li trovo, quando una cucina è pulita, quando il letto è comodo, quando il bagno ha gli appendi asciugamani. Sono felicissimo per le piccole cose e non le dò più per scontate.
Gli ostelli sono porti di mare. Devi imparare a starci, a scegliere quelli giusti, ad ascoltare che si dice in giro e a volte rifugiarti dietro le tendine, altre volte salpare con altri viaggiatori.
Grazie mille per gli spunti e per aver citato Vita da Nomade 🫶
Grazie!! Oddio che ridere, qualcuno mi spiega perché in Sud America e in Centro America non usano gli auricolari? È una cosa che mi dà super fastidio, soprattutto se sono in autobus, paesaggio della madonna e mi devo ascoltare tutta la conservazione con "papito", ma perché? Ho pensato che è una questione economica, che costa comprare gli auricolari?
La mia idea è che sia una questione culturale e si estende anche al concetto di condivisione degli spazi, sia fisici che sonori. Credo possa derivare dal contesto in cui vivono in famiglia, in modo più comunitario. Noi europei veniamo abituati ad avere la nostra cameretta, siamo più gelosi dei nostri spazi, più individualisti. In più non è solo una questione di non disturbare gli altri, ma anche una questione di riservatezza nel far sentire agli altri le nostre cose. Tra l'altro si estende anche alla pratica di proiettare film sui bus fino alle 2 di notte come se niente fosse.
Abbiamo scelto sta vita... E ora ci tocca:)
Potrebbe essere così effettivamente, bella analisi!
Non ho mai dormito in ostello, e un po’ sento che è una mia mancanza. In rifugio però si, e da come descrivi la situazione camerate sembra uguale (solo che le zip che aprono e chiudono sono forse più sincronizzate prima dell’alba e dato che in molti posti mancano i comfort, nemmeno grandi nottate - ne piscine). Bellissimo articolo!
Grazie! Sì direi che il concetto è simile. Magari per il tuo primo ostello, ne sceglierai uno bellissimo!
Una lode alla vita da ostello.. mitica! Raccontato benissimo.. mi ha fatto venire una voglia di ripartire... Non vedo l'ora di iniziare il mio prossimo viaggio :D
Grazie, dove andrai?
Mi farò 3 mesi fra Thailandia Laos Vietnam e Cambogia :)
Bellissimo, occhio all'aria condizionata allora 😂