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Silvia Amato's avatar

Non sono una digital nomad ma diciamo che lo sono stata in parte per 6 anni. Expat con un lavoro da remoto che mi permetteva fare molte cose ma con sempre una base fissa. Adoro viaggiare ma mi rendo conto che ho bisogno di una base, di un luogo fisso per creare, per non distrarmi. Diciamo che per me sarebbe ideale un nomadismo parziale, ovvero 3 mesi all'anno, ma al massimo visitando 2 luoghi. Infatti sto programmando già questa specie di nomadismo tutto mio :) Il rientro in Italia ha dato spunti ahahaha

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Cristiano Guidetti's avatar

Una newsletter che mi tocca sul personale. Per diverso tempo mi sono considerato nomade digitale e ancora oggi per evitare di dover spiegare in dettaglio la distinzione spesso a chi me lo chiede dico che per diversi periodi dell'anno sono nomade digitale, ma la realtà è che negli anni mi sono reso conto di essere lontanissimo da questa "filosofia".

Non sopporto i coworking, tranne rare e bellissime eccezioni, lavoro molto meglio da un café o se posso scegliere da una biblioteca (il luogo che mi rende più produttivo in assoluto).

Ma devo dire che, visto quello che faccio, necessito di un mio spazio privato quasi tutti i giorni.

Evito poi come la peste i quartieri più amati dai nomadi digitali, vedi Nimman Road a Chiang Mai o Canggu a Bali... sono non luoghi o almeno così la penso io.

Chiudo dicendo che purtroppo in rete si trovano tantissimi personaggi che spingono la vita da nomade digitale come fosse "lavoro da una spiaggia e faccio i soldi" oppure "Sto tutto il giorno in quel tavolino vista mare e via di... fatturare". E anche questo mi ha fatto allontanare molto dall'etichetta.

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