Poco prima che io andassi a visitare Tikal, in Guatemala, un signore era entrato nel sito archeologico Maya, una mattina qualunque, esattamente come ho fatto io e non ne era più uscito. C’erano le sue foto appese ovunque, numeri di telefono, messaggi in spagnolo e in inglese. “Missing” dicevano.
Io appena arrivata, ignara di tutto, ho chiesto in ostello se era possibile visitare Tikal, in autonomia. Mi hanno guardato, con uno sguardo triste e mi hanno detto: “Sarebbe meglio di no”. Però, non mi hanno raccontato dell’americano scomparso. Forse per non spaventarmi. L’ho scoperto il giorno dopo, all’ingresso, quando ho visto i cartelli.
Di solito, preferisco creare il mio tour personalizzato, raggiungo il luogo da visitare con i mezzi pubblici e mi faccio un bel giro da sola.
Ma quello sguardo triste… Se chiudo gli occhi, lo posso rivedere anche ora, mentre scrivo. Così decido di partecipare ad un tour organizzato.
Ciao sono Ilaria, e questa è la mia newsletter! Fai parte di una community di 1.400 lettori e sono super contenta dei numeri che continuano a crescere. Grazie per leggere i miei racconti di viaggio!
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La regola dei tre giorni
Quando vai a visitare Tikal (e ti prego fallo se non ci sei già stat*) il mio consiglio è quello di dormire a Flores, sonnecchiante cittadina costruita sul lago Petén. Il centro storico consiste in una serie di casette colorate affacciate sul lago. Davvero pittoresco e giuro che è la prima volta che uso questa parola in vita mia.
Io di solito dormo almeno tre notti ovunque, cioè il minimo sono tre notti. Il massimo, invece, si quantifica in anni. Come quella volta che sono andata in Australia con il visto turistico e ne sono uscita qualche anno dopo con la cittadinanza. Ma questa è un’altra storia. E se vuoi leggila qui.
Ho elaborato questa teoria per cui: il primo giorno arrivi nel luogo, quindi se riesci già a fare un giretto o cenare fuori, è tanto. Il secondo giorno esplori a seconda della stanchezza, dei biglietti disponibili, del meteo, l’attrazione principale. E ti rimane un altro giorno, come back up, per visitare l’attrazione principale se il giorno prima ti è andata male, o magari un’attrazione secondaria, o lavorare, oppure ancora oziare.
L’ho applicata anche per la visita al Machu Picchu e meno male perché un giorno era nuvoloso, un altro non c’erano biglietti. Insomma, la regola delle tre notti funziona. E ti permette di vivere le esperienze con il tempo necessario. Spesso mi è successo che sono andata a visitare un luogo e poi i local mi hanno suggerito di visitarne anche un altro, meno conosciuto e per fortuna avevo applicato la regola dei tre giorni.
Altra regola che applico, ancora più frequentemente è la regola della settimana. Se stai facendo un viaggio lento e soprattutto se stai lavorando, una settimana è il lasso di tempo ideale per esplorare il luogo, dedicarti al lavoro e rilassarti. Dai dieci giorni in su, ti senti local e cominci ad affezionarti. Dalla seconda settimana, meglio se cominci ad informarti come funzionano i visti.
A volte svegliarsi presto, non conta
Ma torniamo a Tikal. Da Flores ci metterai circa un’ora e mezza e la prima partenza è alle 4.30 del mattino, perché il parco apre alle 6 del mattino. Ricordati di portare con te il passaporto per entrare. No passaporto, no biglietto.
Io ho scelto di la visita delle 7.30 del mattino. Questo, perché ci sono andata durante la stagione delle piogge e l’alba non l’avrei comunque vista nitidamente. E poi sono anche stufa di svegliarmi nel cuore della notte. Quindi non lo faccio più.
La mia sveglia in viaggio è sempre puntata dalle sei del mattino in poi. Altrimenti lo faccio il giorno dopo. Insomma, viaggiando ho scoperto, che non sempre è una buona idea svegliarsi troppo presto.
Tikal e le rovine Maya
Immaginati un mini-van con 15 persone che viaggiano da sole, da tutto il mondo e di tutte le età. E nonostante siano le 6 del mattino, già parlano del loro comune denominatore: i viaggi. Ecco questo è il nostro gruppo. In particolare c’è un americano molto simpatico e io divento subito amica di un’austriaca, per il solo fatto di aver detto le due parole chiave: Udine e Graz, che sono le nostre città di origine.
Appena entriamo, io vedo quei cartelli “Missing” e chiedo alla guida spiegazioni. Mi racconta che la moglie è rimasta per un paio di mesi negli accampamenti allestiti durante le ricerche, sperando ogni giorno di riabbracciarlo. Che tristezza.
La guida è simpatica. Mentre visiti Tikal, senti suoni assurdi, sono le scimmie urlatrici. “Sentite queste grida? Sono dinosauri!” E così risolleva subito il morale. Tra l’altro è discendente Maya, così come le altre guide di Tikal. Che roba affascinante. Ci spiega che i suoi antenati si fregarono con le loro stesse mani. Per costruire questi bellissimi edifici, distrussero la foresta. E si ritrovarono a vivere in un luogo desertico, invivibile, senza agricoltura, acqua, tanto che lo abbandonarono.
La giungla che vediamo oggi è di seconda o terza generazione, insomma non è quella originaria. Ma è comunque bellissima e immensa. Ed è un labirinto, per quello la gente si perde. Inoltre alcune aeree sono buie, per la fitta vegetazione. Non a caso, il parco chiude alle 17, dopo diventa troppo buio.
Parliamo di 575 chilometri quadrati di parco. Parliamo anche di tanta umidità e quindi tanto sudore. Zanzare, insetti, serpenti, scorpioni, ragni velenosi, giaguari, scimmie. Chissà cosa è successo al signore americano. Io e la mia nuova amica austriaca, cominciamo a sperare che il signore scomparso appartenga a quella categoria di persone che dicono: “vado a comprare le sigarette e non ritornano più”.
Chi l’ha visto?
Sono le 12.30 e la visita sta per svolgere al termine. È quasi ora di riprendere il mini-van e tornare a Flores. Con l’austriaca abbiamo scattato un sacco di foto bellissime, finte spontanee. Stiamo per uscire dal parco. La guida ci riconta per l’ennesima volta. Non ha fatto altro che contarci. Niente, mancano tre persone. Tra cui quell’americano simpatico, che avevamo conosciuto all’inizio. Secondo me, il gruppo si è rimpicciolito un’ora fa, ma noi non ce ne siamo accorti.
La guida ci dice di andare a sederci in un bar vicino all’ingresso e aspettarlo lì. Io e l’austriaca obbediamo e nell’attesa ci mangiamo un ciocco-banano che per me è una delle cose più buone del Guatemala. Praticamente surgeli una banana (sbucciata) e la immergi nel cioccolato (fondente o al latte) che poi si solidifica e la puoi guarnire con scaglie di cocco, granella di nocciole. Si vende ad ogni angolo e nella versione cioccolato fondente, mi sembra uno snack sano.
Aspettiamo nel bar un’ora e mezza. Il gelato si trasforma presto in birrette, con quell’umidità e quella bella sensazione di bere una birra a ora di pranzo, quando ti sei svegliato molto presto la mattina e allora ti sembra quasi un aperitivo. Alla fine ci raccontiamo un sacco di aneddoti, storie personali, ci diamo consigli, ridiamo tantissimo, quegli incontri belli che si fanno tra sconosciuti. Secondo me, ridiamo tanto, perché siamo tutti un po’ tesi, abbiamo perso tre persone nel gruppo e li stiamo aspettando da oltre un’ora. Non promette bene.
Finalmente vediamo la guida con i tre dispersi dietro di sé. Cosa era successo? I dispersi sono stati ritrovati, ma poi si sono dispersi nel cercare un altro disperso. Insomma una caccia ai dispersi dei dispersi durata un’ora e mezza.
Quando ci siamo rincontrati tutti, ci siamo abbracciati, manco fossero i miei fratelli ritrovai. L’americano simpatico era veramente teso e preoccupato. Secondo me, ha avuto paura. E mi chiede: “Vi siete accorti subito della mia scomparsa?” E la verità è che no, non ce ne siamo accorti. Passano attimi che sembrano ore. Nessuno risponde. E quindi io intervengo: “Ma certo, eravamo preoccupatissimi, ci siamo divisi per cercarti, siamo contenti di averti ritrovato!” Poi abbiamo bevuto un’altra birra, tutti insieme, felicemente. La guida era distrutta fisicamente ed emotivamente.
Conclusioni
Tutto questo per dire che ho capito che la maggior parte delle volte, posso raggiungere i luoghi turistici per conto mio e non ho bisogno di un partecipare ad un tour organizzato. Lo faccio un po’ per risparmiare, ma soprattutto per vivere un’esperienza più autentica. Ma la guida, ha sempre un valore aggiunto e quindi se voglio visitare un luogo storico, contratto una guida direttamente sul posto, che mi spieghi cosa sto vedendo. Altrimenti persino il Machu Picchu, può sembrare semplicemente un ammasso di rocce. Poi ci sono dei casi in cui la guida è strettamente consigliata, se non obbligatoria. È difficile capire quali siano e dove sta il limite tra il fare tutto da solo e lasciarsi guidare. Però se vai a Tikal, ti consiglio una guida.
Questa settimana ti consiglio la newsletter di
dal titolo che parla di viaggio e vita da freelance. Sono stata anche ospite di una sua newsletter, raccontando la mia storia.Leggi il racconto precedente…
A mercoledì,
Ilaria
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Tikal and the dangerous jungle
Just before I went to visit Tikal in Guatemala, a man had entered the Mayan archaeological site one ordinary morning, just as I did, and never came out. His photos were hanging everywhere, along with phone numbers, messages in Spanish and English. "Missing," they said.
When I arrived, unaware of everything, I asked at the hostel if it was possible to visit Tikal on my own. They looked at me with a sad look and said, "It would be better not to." But they didn't tell me about the missing American. Perhaps to avoid frightening me. I found out the next day at the entrance when I saw the signs.
Usually, I prefer to create my own customized tour, reaching the destination by public transport and exploring solo. But that sad look... If I close my eyes, I can still see it now as I write. So I decide to join an organized tour.
Hi, I'm Ilaria, and this is my newsletter! You are part of a community of 1,400 readers, and I'm super happy with the growing numbers. Thank you for reading my travel stories!
If you want to support my writing project, you can buy me a drink, and if you want to check out my website, you can find it here: www.ilariagianfagna.it
The three-day rule
When you go to visit Tikal (and please do if you haven't already), my advice is to stay in Flores, a sleepy town built on Lake Petén. The historic center consists of a series of colorful houses overlooking the lake. Truly picturesque, and I swear it's the first time I've used this word in my life.
I usually stay for at least three nights anywhere, that's the minimum. The maximum, on the other hand, is quantified in years. Like that time I went to Australia with a tourist visa and came out a few years later with citizenship. But that's another story. And if you want to read it, you can find it here.
I've developed this theory where: on the first day, you arrive at the place, so if you manage to take a little stroll or dine out, that's enough. On the second day, you explore depending on your tiredness, ticket availability, weather, the main attraction. And you have another day, as a backup, to visit the main attraction if the day before didn't go well, or maybe a secondary attraction, or work, or just laze around.
I also applied it to my visit to Machu Picchu, and thank goodness because one day was cloudy, another day there were no tickets. In short, the three-night rule works. And it allows you to experience things with the necessary time. Often, I've gone to visit a place, and then the locals have suggested visiting another, less known one, and fortunately, I had applied the three-day rule.
Another rule I apply, even more frequently, is the week rule. If you're taking a slow trip, especially if you're working, a week is the ideal time frame to explore the place, dedicate yourself to work, and relax. From ten days onwards, you start feeling like a local and begin to get attached. From the second week, it's best to start finding out about visa requirements.
Sometimes waking up early doesn't pay off
But let's get back to Tikal. It takes about an hour and a half from Flores, and the first departure is at 4:30 in the morning because the park opens at 6 in the morning. Remember to bring your passport to enter. No passport, no ticket.
I chose the 7:30 am tour. This is because I went during the rainy season, and I wouldn't have seen the sunrise clearly anyway. And I'm tired of waking up in the middle of the night. So I don't do it anymore.
My wake-up call when traveling is always set from six in the morning onwards. Otherwise, I'll do it the next day. In short, traveling, I've discovered that it's not always a good idea to wake up too early.
Tikal and the Mayan ruins
Imagine a mini-van with 15 people traveling alone, from all over the world and of all ages. And even though it's 6 in the morning, they're already talking about their common denominator: travel. That's our group. In particular, there's a very nice American, and I immediately become friends with an Austrian, just for having said the two keywords: Udine and Graz, which are our hometowns.
As soon as we enter, I see those "Missing" signs and ask the guide for explanations. He tells me that the wife stayed in the camps set up during the searches for a couple of months, hoping to embrace him again every day. How sad.
The guide is nice and immediately lifts our spirits. Moreover, he is a descendant of the Maya, as are the other guides in Tikal. What a fascinating thing. He explains that his ancestors built these beautiful buildings with their own hands. They destroyed the forest to do so. And they ended up living in a desert-like place, uninhabitable, without agriculture, water, so they abandoned it.
The jungle we see today is second or third generation, in short, it's not the original one. But it's still beautiful and immense. And it's a maze, that's why people get lost. Also, some areas are dark due to dense vegetation. It's no coincidence that the park closes at 5, after that, it gets too dark.
We're talking about 575 square kilometers of park. We're also talking about a lot of humidity and therefore a lot of sweat. Mosquitoes, insects, snakes, scorpions, poisonous spiders, jaguars, monkeys. Who knows what happened to the American man. My new Austrian friend and I start hoping that the missing man belongs to that category of people who say, "I'm going to buy cigarettes and never come back."
Have you seen him?
It's 12:30, and the visit is about to end. It's almost time to get back on the mini-van and return to Flores. With the Austrian, we took a lot of beautiful photos, fake spontaneous ones. We're about to leave the park and he counts us. Three people are missing. Including that nice American we met at the beginning. I think the group shrunk an hour ago, but we didn't notice.
The guide tells us to go sit in a bar near the entrance and wait for him there. The Austrian and I obey, and while waiting, we eat a choco-banano, which is one of the best things in Guatemala for me. Basically, you freeze a banana (peeled) and dip it in chocolate (dark or milk) which then solidifies, and you can garnish it with coconut flakes, hazelnut crumbs. It's sold on every corner, and in the dark chocolate version, it seems like a healthy snack to me.
We wait in the bar for an hour and a half. The ice cream quickly turns into beers, with that humidity and that nice feeling of having a beer at lunchtime when you woke up very early in the morning, so it almost feels like an aperitif. In the end, we tell each other a lot of anecdotes, personal stories, give each other advice, laugh a lot, those beautiful encounters you have with strangers. I think we laugh so much because we're all a bit tense, we've lost three people in the group, and we've been waiting for them for over an hour. It doesn't bode well.
Finally, we see the guide with the three missing people behind him. What had happened? The missing people were found, but then they got lost again while looking for another missing person. In short, a search for the missing of the missing that lasted an hour and a half.
When we all met again, we hugged each other, as if they were my long-lost brothers. The nice American was really tense and worried. I think he was scared. And he asks me, "Did you notice my disappearance immediately?" And the truth is that no, we didn't notice. Moments pass that seem like hours. No one answers. So I intervene: "Of course, we were very worried, we split up to look for you, we're glad to have found you!" Then we drank another beer, all together, happily. The guide was physically and emotionally drained.
Conclusions
All this to say that I've understood that most of the time, I can reach tourist places on my own, and I don't need to join an organized tour. I do it a bit to save money, but above all to live a more authentic experience. But the guide always adds value, so if I want to visit a historical place, I hire a guide directly on the spot to explain to me what I'm seeing. Otherwise, even Machu Picchu can simply seem like a pile of rocks. Then there are cases where a guide is strongly recommended, if not mandatory. It's difficult to understand which ones are and where the line between doing everything alone and being guided lies. But if you go to Tikal, I recommend a guide."
See you next Wednesday,
Ilaria
If you want, you can do a lot of beautiful things. And not just here, but also in life.
You can:
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Ciao Ilaria! Grazie per il tuo racconto e per la citazione della mia newsletter. Le tue parole mi hanno riportato sul lago Baikal, più precisamente sull'isola di Olkhon, l'unica abitata tra le isole del lago. Lì non ci sono strade asfaltate e per visitarla ci sono solo due alternative: camminare o fare un tour guidato (qualcuno si era portato la mountain bike, anche questa è un'opzione). L'isola tuttavia è molto selvaggia, con branchi di cani randagi e, onestamente, non me la sarei sentita di farmela a piedi (anche per via delle distanze). Inoltre, non ci sono strutture di alcun tipo se non un unico ostello quindi muoversi da soli è davvero un rischio inutile (a mio avviso). Il buon senso dovrebbe sempre accompagnarci quando viaggiamo, sopratutto in solitaria. Grazie ancora e buona strada!
Condivido il fatto di stare mínimo 3 notti in un luogo e mi ha fatto tanto sorridere il fatto che dopo 10 gg ti senti local. Mi è successo a chiang mai, uno dei miei luoghi del cuore nel mondo ❤️
Se rimango meno di 3 notti rischio lo stress e un pò d'ansia..e non è il caso 😊