Tre giorni così sono difficili da digerire. Perché mentre li stai vivendo, vedi talmente tanta bellezza, che non riesci ad incamerarla. Sto parlando del Salar di Uyuni, il deserto di sale a 3656 metri sul livello del mare, in Bolivia. E del viaggio da San Pedro de Atacama per raggiungerlo.
Un luogo incantato fatto di sale, acqua, cactus e cielo stellato, come non l’hai mai visto. Forse il Salar di Uyuni è uno dei luoghi più affascinanti e per questo anche uno dei più visitati, con tanto persone che si scattano foto improbabili: abiti da sera, cappelli, macchine fotografiche di ogni tipo, biciclette, tavole imbandite. E poi l’immancabile foto che io non capirò mai: tu gigante che tieni in una mano il tuo compagno per un gioco di prospettive. Insomma anche questo è il Salar di Uyuni.
Ciao, sono Ilaria! Oggi ripesco un racconto di un anno fa o poco più, quando iniziarono le mie avventure in Sud America.
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Tre cose geniali
Prima cosa geniale, la Jeep. Nel senso che quante volte ti capita di viaggiare a bordo di un 4x4, con gli zaini caricati sul tetto? Per tutto il viaggio non vedrai una strada asfaltata. Sembra figo, ma non lo è. È tutto un saltare e sbattere da una parte all’altra, ma fa parte dell’avventura.
Seconda cosa da tenere in considerazione. L’altitudine. Io pensavo che bastassero un paio di giorni a San Pedro de Atacama per acclimatarsi. E io nell’incertezza ci sono rimasta 15 giorni, nel paesino nel mezzo del deserto cileno. Rimasta sotto.
San Pedro è a 2600 metri, mentre il viaggio nel deserto si aggira tra i 4 e i 5 mila metri sopra il livello del mare. Che sono tantini. E quindi gira e rigira stai sempre un po’ male. Sei sempre un po’ stordito. Anche se mastichi la coca. Che poi non si mastica, ma si pone al lato della bocca.
Altra cosa incredibile sono i paesaggi. Sono così diversi, tra di loro: deserti, montagne, laghi, che loro chiamano lagune, geisers e humales, che sono ecosistemi a parte, dove piante e animali si compensano perfettamente.
Poi abbiamo animali che pascolano liberi, tra lama, fenicotteri, conigli e vicuñas (piccoli cammelli che vivono in Patagonia e sulle Ande).
Dormire nelle casette sulle Ande
Altro elemento molto interessante è quello di dormire dalle famiglie in questi paesini in mezzo al nulla. Si mangia e si dorme bene, è pulito, ma non fa per chi è schizzinoso.
Perché di fatto, in Bolivia è tutto molto bello, ma anche tutto un po’ a scatafascio. Le strade non asfaltate, sono una metafora di questo viaggio o della Bolivia.
Le case sono spartane, le camere anche. Un letto, un cuscino, lenzuola e coperta e comodino. Non c’è l’abat jour sul comodino o una sedia per appoggiare i vestiti o le prese vicino al letto.
La scelta dell’accommodation non dipende da te, ma dall’agenzia e dalla disponibilità . Può darsi che non ci sia la doccia e che tu debba condividere la stanza con qualcuno. In linea di massima ti assicurano sempre una doccia in tre giorni. Internet non esiste. O meglio a pagamento puoi connetterti. A volte. Ma mi sembra abbastanza insensato.
I pasti sono buoni e consistono spesso in: avocado, pomodori, zuppe, pollo, patate, formaggio, papaya, banana fritta, riso. A volte si fa colazione all’aria aperta e l’autista apparecchia un banchetto con pane, avocado, pomodori, caffè, tè alla coca.
Sono tre giorni fuori dal mondo, rigeneranti e capisco che devo farne di più. Senza computer, senza cellulare, momenti di noia, parlare con la gente del luogo, osservare un paesaggio, morire di sonno alle 9 di sera e svegliarsi prima dell’alba.
Intanto noto che in mezzo al nulla, stanca e disconnessa mi sento più serena. E mi chiedo perché non ne viviamo di più di esperienze simili. Forse perché una volta risucchiati dalla routine, ci dimentichiamo cosa si prova a fare qualcosa di insolito, di faticoso, di selvaggio.
Ci sono un sacco di agenzie che vendono questo tour, sia a Uyuni che a San Pedro e c’è sempre posto. Dormire a Uyuni, all’arrivo per me non è un’opzione, è brutto, è triste, è caro. Quindi procedo per PotosÃ, una cittadina coloniale a 4 ore di autobus. L’obiettivo è arrivare in Perù, attraversando il lago Titicaca.
Leggi l’articolo sul mio blog…
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A mercoledì,
Ilaria
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Three days like this are hard to digest. Because while you’re experiencing them, you see so much beauty that you can’t fully absorb it. I’m talking about the Salar de Uyuni, the salt desert at 3,656 meters above sea level in Bolivia, and the journey from San Pedro de Atacama to reach it.
An enchanting place made of salt, water, cacti, and a starry sky like you’ve never seen before. Perhaps Salar de Uyuni is one of the most fascinating places, and for that reason, also one of the most visited, with many people taking improbable photos: evening gowns, hats, all kinds of cameras, bicycles, elaborate tables. And then, the photo I’ll never understand: you as a giant holding your partner in one hand thanks to a perspective trick. In short, this is also Salar de Uyuni.
Hi, I’m Ilaria! Today I’m sharing a story from a year ago or so, when my adventures in South America began. If you enjoy my travel stories, you can subscribe (you’ll receive a free consultation with me) or you can offer me a drink.
Let me remind you that I’ve launched a new project: if you share my newsletters, you’ll receive my Mini-Guides as a gift. It’s all explained here. Another way to support my writing project.
Three Genius Things
First genius thing: the Jeep. I mean, how often do you get to travel in a 4x4, with backpacks loaded on the roof? For the entire trip, you won’t see a paved road. It sounds cool, but it’s not. It’s all about bouncing and bumping around, but that’s part of the adventure.
Second thing to keep in mind: the altitude. I thought a couple of days in San Pedro de Atacama would be enough to acclimatize. And, just to be sure, I stayed for 15 days in that little village in the middle of the Chilean desert. Stuck under.
San Pedro is at 2,600 meters, while the desert trip hovers between 4,000 and 5,000 meters above sea level. Which is quite a lot. So, inevitably, you always feel a bit unwell. A bit dazed. Even if you chew coca leaves. Which, by the way, you don’t actually chew—you place them in the side of your mouth.
Another incredible thing is the landscapes. They are so diverse: deserts, mountains, lakes (which they call lagoons), geysers, and humales, unique ecosystems where plants and animals balance each other perfectly.
Then there are animals grazing freely: llamas, flamingos, rabbits, and vicuñas (small camels that live in Patagonia and the Andes).
Sleeping in the Andean Houses
Another very interesting element is staying with families in these villages in the middle of nowhere. You eat and sleep well, it’s clean, but it’s not for the picky.
Because, in fact, everything in Bolivia is beautiful, but also a bit run-down. The unpaved roads are a metaphor for this journey—or for Bolivia itself.
The houses are basic, the rooms too. A bed, a pillow, sheets, a blanket, and a bedside table. There’s no lamp on the table or a chair to hang your clothes on, or outlets near the bed.
Accommodation isn’t your choice, but it depends on the agency and availability. It’s possible there’s no shower and you may have to share a room with someone. In general, they guarantee at least one shower in three days. There’s no internet. Or, if you pay, you might be able to connect. Sometimes. But it seems pointless to me.
The meals are good and usually consist of: avocado, tomatoes, soups, chicken, potatoes, cheese, papaya, fried bananas, rice. Sometimes breakfast is outdoors, and the driver sets up a little table with bread, avocado, tomatoes, coca tea, and coffee.
These are three days disconnected from the world, refreshing, and I realize I need to have more. Without a computer, without a phone, moments of boredom, talking to locals, staring at landscapes, feeling dead tired at 9 p.m. and waking up before dawn.
In the middle of nowhere, tired and disconnected, I feel more serene. And I wonder why we don’t have more experiences like this. Maybe because once we’re sucked into routine, we forget how it feels to do something unusual, exhausting, wild.
There are many agencies that offer this tour, both in Uyuni and San Pedro, and there’s always availability. Staying in Uyuni upon arrival isn’t an option for me—it’s ugly, sad, expensive. So I continue to PotosÃ, a colonial town four hours away by bus. The goal is to reach Peru, crossing Lake Titicaca.
If you want, you can do a lot of beautiful things. And not just here, but also in life.
You can:
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Chat GPT translated this article
Stato due volte nel Salar e alle lagune d’alta quota. Posti fantastici. Poi in realtà manco tanto alti - tra 3600 e 4000. Manco ti dico quando in Equador ci lasciarono sul Chimborazo al rifugio a 4500 e pian pianino salimmo con la guida fino ai 5200 😂😂😂 volevo morì 😂😂😂
Sono stato un mese fa ad Uyuni e nei dintorni, mi è piaciuto da morire! Sono stato sopra i 5000m un paio di settimane fa quando sono stato al Chimborazo.